In Ucraina si colpiscono obbiettivi civili per demoralizzare la popolazione

10.03.2022

Dati dell'UNHCR rilevano che fino ad ora i rifugiati scappati dall'Ucraina sono più di due milioni; la maggior parte approda in Polonia perché il lato nord-ovest (passando da Leopolis) è la via maggiormente sicura, ma a centinaia di migliaia stanno arrivando ogni giorno in Moldavia, Romania, Slovacchia e Ungheria. Stime presagiscono che entro la fine fine della guerra ci saranno tra i 4 e 5 milioni di profughi che rappresentano circa il 10% della popolazione ucraina. Il Segretario Generale dell'ONU, António Guterres, apprezza la solidarietà e l'accoglienza spontanea di tutti gli Stati e ha detto che l'ONU si impegnerà a coordinare tutti gli aiuti umanitari.

Siccome Putin, fino a quando non deciderà di usare tutta la sua forza militare, sul terreno non sta avanzando un granché; sta usando la tattica di bombardare obbiettivi prettamente civili per colpire il morale della popolazione che decide di restare. Da ultimo i russi hanno attaccato un ospedale pediatrico a Mariupol, dove c'erano solo donne e bambini ma niente base del Battaglione Azov come ha asserito la Russia. Le Nazioni Unite allineate con l'Occidente hanno bollato quest'attacco come ignobile e raccapricciante perché ha ferito ed ucciso neonati e persino donne che stavano per partorire in quel momento, è una palese violazione del diritto internazionale umanitario.

L'OMS stima che l'armata di Putin fino ad ora ha colpito una ventina di ospedali, svariate ambulanze ed decine di operatori sanitari. Questi attacchi privano intere comunità dell'assistenza sanitaria; per questo l'ONU, oltre a chiedere l'immediato cessate il fuoco, prega tutte le parti in campo al rispetto degli obblighi ai sensi di legge per evacuare i civili e per trasportare aiuti umanitari in modo sicuro e rapido a chi resta in città. I soggetti che giocoforza rimangono sono soprattutto anziani e persone disabili. I civili che decidono di non lasciare le loro case assediate devono avere la possibilità di ricevere gli aiuti umanitari attraverso le Agenzie preposte, oppure se scelgono di fuggire con i corridoi umanitari che non devono finire "in mano al nemico" e non si deve aprire il fuoco quando sono previsti.

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