Storia della depenalizzazione dell’aborto in Canada, cosa auspicabile in tutto il mondo

13.10.2021

In Canada, l'aborto è stato depenalizzato da trent'anni, quindi l'esperienza canadese può servire come esempio dell'impatto della depenalizzazione.

In Canada, l'aborto è stato sanzionato sotto qualsiasi ipotesi fino al 1969, anno in cui la "salute" causale è stata incorporata come aborto non punibile. Nel '69 il codice penale fu emendato per porre fine alla criminalizzazione degli aborti praticati da un medico in ospedale, a condizione che fossero stati approvati dal "comitato per l'aborto terapeutico", che aveva il compito di determinare in quali casi la vita o la salute potrebbero essere messe in pericolo dal proseguimento della gravidanza.

Nel 1988 la Corte Suprema canadese decise, nel caso Morgentaler, di dichiarare incostituzionale l'articolo 251 del Codice Penale, che prevedeva la criminalizzazione dell'aborto. Henry Morgentaler, un medico canadese, era stato incriminato per "aborto illegale" dopo aver aperto cliniche che cercavano di fornire accesso all'aborto.

Gli argomenti utilizzati dalla Corte canadese per ritenere incostituzionale la criminalizzazione dell'aborto, anche seguendo il sistema di motivazione, sono stati, tra gli altri, i seguenti: «Costringere una donna a portare a termine una gravidanza, sotto minaccia di sanzioni legali, a meno che non ottemperi a determinate imposizioni che in nessun caso rappresentano le sue aspirazioni e priorità, implica una grave e profonda ingerenza sul corpo della donna e quindi una violazione della sua sicurezza personale.(...) La libertà in una società libera e democratica non richiede che lo Stato approvi le decisioni, ma piuttosto che lo stato le rispetti. La decisione di una donna di interrompere una gravidanza rientra in questa classe di decisioni protette. È una scelta che avrà profonde conseguenze psicologiche, economiche e sociali per lei. È una decisione che riflette profondamente il modo in cui una donna pensa a se stessa, nel suo rapporto con gli altri e con la società nel suo insieme. Non è semplicemente una decisione medica; è anche sociale ed etica».

Nel 1989, Barbara Dodd a Toronto e Chantal Daigle nel Quebec, si rivolsero alle autorità giurisdizionali provinciali per richiedere un aborto, perché i loro partner avessero cercato di impedirglielo. Sebbene Daigle avesse deciso di abortire negli Stati Uniti, la Corte decise di pronunciarsi in suo favore. Dopo questi due casi, la giurisprudenza della Corte canadese ha fatto un passo in avanti prevedendo che nessun padre potesse opporsi alla volontà della donna di abortire. Il diritto deve essere sempre a favore della gestante. Nel 1991 la Corte canadese ha stabilito che un embrione in utero non è una persona; ciò ha fornito un nuovo argomento per ignorare il concetto criminale di aborto e rafforzare la dottrina della Corte.

In Canada resta inteso che il diritto all'aborto è inserito all'interno del "Canada Health Act", normativa federale che regola il servizio sanitario pubblico. Tale legislazione stabilisce i criteri e le condizioni generali per garantire l'erogazione dei servizi di sanità pubblica, cioè garantiti dallo Stato; poi, essendo Stato federale spetta alle province regolamentare questi servizi.

Nel caso del Quebec, oltre ad essere un servizio medico legale, obbligatorio e gratuito, l'aborto non ha limiti di tempo. In questa provincia la maggior parte degli aborti viene eseguita durante il primo trimestre di gravidanza e, in questo periodo, quasi tutte le strutture sanitarie della regione possono eseguirli; con il progredire della gravidanza, meno ospedali sono attrezzati per eseguire la pratica abortiva, in tali casi le donne vengono indirizzate ad altri centri sanitari a Montreal, nella regione orientale e a Quebec City. In ogni caso, secondo il sistema sanitario della regione, una donna potrebbe recarsi negli Stati Uniti per abortire nel terzo trimestre della gravidanza. L'assicurazione sanitaria pubblica del Quebec copre i costi di trasporto e della pratica medica.

D'altra parte, la provincia della British Columbia è tra le sei province che offrono pillole di misoprostolo e mifepristone gratis per le prime settimane di gravidanza. Questo ha generato grandi vantaggi nell'accesso all'IVG poiché le donne che non hanno risorse sufficienti per andare nelle città centrali (in cui eseguono il 90% degli aborti chirurgici), possono accedere all'aborto, senza che il loro diritto sia limitato.

In sintesi, in Canada l'aborto non solo è depenalizzato ma è inserito come "servizio medico obbligatorio" garantito dallo Stato sia attraverso la fornitura di farmaci sia garantendo l'accesso all'aborto chirurgico.

I progetti in discussione in Argentina sono orientati in questa direzione, fermo restando che il settore della sanità pubblica deve fornire i servizi necessari per garantire il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza nelle prime 14 settimane.

Come sottolinea Amnesty International nel suo rapporto sull'Argentina alla luce dell'esperienza canadese nel processo di depenalizzazione dell'aborto, "dopo la depenalizzazione dell'aborto su richiesta, secondo i dati prodotti dal Canadian Health Statistics Institute (Canadian Institute for Health Information, CIHI) nell'ultimo decennio il numero degli aborti legali mostra un trend decrescente, dopo i primi anni in cui è aumentata la registrazione degli aborti legali".

In Canada c'è una diminuzione dei tassi di aborto nelle adolescenti; infatti, negli ultimi decenni la percentuale di aborti legali, fino a 19 anni, si è ridotta del 29%. D'altra parte, sono diminuiti anche i tassi di complicanze da aborto. I dati mostrano che nella maggioranza dei casi l'aborto avviene entro le nelle prime 12 settimane.

Da questi dati si deduce che le leggi non prevengono o impediscono gli aborti, ma semplicemente aumentano il rischio di aborti; è ben documentato nelle pratiche di un gran numero di Paesi. L'aborto diventa pericoloso a causa di norme molto restrittive, è un dato incontrovertibile; la depenalizzazione genera l'aumento del tasso dell'IVG.

Resta inteso che una corretta politica pubblica coerente con la depenalizzazione dell'aborto include l'attuazione di un piano globale di educazione sessuale e l'accesso effettivo alla contraccezione; così evitando gravidanze non pianificate, il che riduce il tasso di aborto.

Il diritto all'aborto dev'essere legittimo in virtù del diritto all'autodeterminazione, non di quello alla salute.

Fonte:

https://www.derecho.uba.ar/institucional/centro-derechos-humanos/pdf/2018_canada.pdf 

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