Migliorare la vita delle donne significa migliorare le possibilità di scegliere la propria vita sessuale e riproduttiva

06.06.2021

Le donne hanno il diritto di decidere autonomamente se, quando e con che frequenza rimanere incinte. Questo principio è stato affermato nel 1994 al Cairo in occasione della storica Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo, dove 179 governi hanno convenuto che la salute sessuale e riproduttiva è il fondamento dello sviluppo sostenibile.

 Dati dell'UNFPA mostrano che più di 200 milioni di donne e ragazze vogliono ritardare o prevenire la gravidanza ma non hanno i mezzi per far fronte a ciò; ancora oggi molte donne e ragazze decedono per gravidanze indesiderate e aborti non sicuri, inoltre tante ragazze incinte tendono ad abbandonare i percorsi educativi. Le donne e le ragazze più povere, membri di comunità indigene, rurali ed emarginate o con una disabilità, sono coloro che affrontano le maggiori difficoltà.

 Nonostante i notevoli progressi negli ultimi 27 anni, c'è ancora molta strada da fare per mantenere la promessa del Cairo, poiché troppe donne non sono ancora in grado di godere dei propri diritti.

 È necessario agire con urgenza per garantire che tutte le donne e le ragazze possano esercitare i propri diritti; in quanto il loro potenziale individuale e di conseguenza quello delle società non vada sprecato; viceversa se hanno più opzioni per metodi contraccettivi, possono autodeterminarsi alla pari degli uomini e così si crea lo sviluppo sostenibile.

 La pandemia SarsCov_2 colpisce tutti ovunque, ma non colpisce tutti allo stesso modo; sta aggravando le disuguaglianze e le vulnerabilità già esistenti, in particolare per le donne e le ragazze.

 Inoltre, con il lockdown in molti paesi, le difficoltà che i sistemi sanitari stanno attraversando per affrontare la pandemia, i servizi di salute sessuale e riproduttiva sono messi da parte e la violenza di genere è in aumento; invece tali prestazioni sanitarie devono essere considerate come servizi di base.

 L'UNFPA indica che 47 milioni di donne nei paesi a basso e medio reddito potrebbero essere lasciate senza accesso alla contraccezione, provocando sette milioni di gravidanze indesiderate; in più, si stima che ci saranno circa 31 milioni di casi aggiuntivi di violenza di genere.
 
 Questo, senza dimenticare che ogni anno, milioni di bambine e ragazze sono sottoposte a mutilazioni genitali che causano loro danni fisici ed emotivi e le privano del diritto di raggiungere il loro pieno potenziale.

 Per il Fondo, più di quattro milioni di ragazze saranno soggette a mutilazioni genitali e 12 milioni saranno costrette a sposarsi, quest'anno si prevede che i lockdown dalla pandemia peggioreranno maggiormente la situazione.

 Decenni di esperienza e ricerca hanno dimostrato che approcci di base aiutano a correggere norme e atteggiamenti di genere e di conseguenza possono produrre cambiamenti.

 Con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile la comunità internazionale si impegna a garantire l'accesso universale all'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva; soddisfacendo le esigenze di contraccettivi e ponendo fine a tutte le forme di violenza contro le donne e ragazze, comprese le mutilazioni genitali femminili entro il 2030.

 Non si può permettere che la pandemia rallenti i progressi compiuti nel raggiungimento di questi obiettivi.

 In alcuni paesi del mondo il sesso femminile viene discriminato ancora prima di nascere solo per pregiudizi arcaici; da lì, le violazioni sistematiche dei diritti delle donne continuano per tutto il loro ciclo di vita.

 Per dare potere alle donne ognuno deve avere la responsabilità di sfidare i propri stereotipi.

 Se ci si potesse fermare per un minuto solo a calcolare la perdita aggregata di produttività, avremmo economisti e politici in prima linea nella lotta per abbattere le radici della disuguaglianza nella società.

 L'umanità sarà forte quando il più debole dei membri delle società non subirà discriminazioni!

Fonte: 

https://news.un.org/es/story/2020/07/1477321

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