#194: la travagliata storia di una legge sull’aborto, ancora molto discussa

22.05.2021

Il 22 maggio 1978 è stata approvata con voto segreto, alla Camera e al Senato rispettivamente con 308 sì e 275 no e 160 a favore e 148 contrari, la legge n. 194 che depenalizza l'aborto entro i primi 90 giorni di gravidanza  e in caso di grave pericolo per gestante anche oltre quel termine; tale norma è stata votata dai partiti di sinistra (Pci, Psi, Psdi), dai partiti liberal-capitalisti (Pri, Pli), dal Partito Radicale Italiano (promotore della legge) e nel segreto dell'urna anche da alcuni esponenti della DC.

L'emanazione della legge è stata molto travagliata, battagliata e persino alcuni politici sono stati arrestati per il reato di opinione; nel 1971, la Consulta ha dichiarato incostituzionale l'art. 553 c.p. risalente al periodo del Fascio e sopravvissuto in quello repubblicano, che prevedeva il reato di propaganda di anticoncezionali.

Sempre nel '71 venne presentato un primo progetto per stralciare l'IVG, da parte dei tre senatori socialisti Arialdo Banfi, Piero Caleffi e Giorgio Fenoaltea, che però non fu neppure preso in considerazione.

Nel 1973 venne presentato un altro progetto ancora a opera di un socialista, Loris Fortuna - già autore del disegno di legge sul divorzio - che aveva ottenuto l'appoggio dei radicali.

Con sentenza 18 febbraio 1975, n. 27, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l'art. 546 c.p., che vietava appunto l'aborto, nella parte in cui non prevedeva che la gravidanza potesse venire interrotta quando l'ulteriore gestazione implicasse danno o pericolo grave per la donna.

Nel '75 la Cassazione convalidò la raccolta firme per il referendum per l'abolizione delle norme sull'IVG, stabilendo tra l'aprile e il giugno 1976 la data della consultazione se non fosse subentrata una nuova legge.

Nel 1975 Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito Radicale, Adele Faccio, segretaria del Centro d'informazione sulla sterilizzazione e sull'aborto (CISA) fondato a Milano due anni prima, ed Emma Bonino furono arrestati dopo essersi autodenunciati per aver accompagnato gestanti con "viaggi sicuri" a fare "interventi sicuri". Gli arresti fecero scattare molta solidarietà.

A causa dello scioglimento anticipato delle Camere, il progetto referendario fu rinviato al '78. In tal lasso di tempo anche i Comunisti Italiani presentarono una proposta di legge per situazioni di pericolo di vita o serio pregiudizio per la salute fisica o psichica della donna, possibili malformazioni del nascituro, violenza carnale e incesto; mentre i liberali e i democristiani presentarono un altra proposta che prevedeva di restringere l'aborto solo a casi particolarmente gravi.

Nel '76 Commissioni permanenti di Giustizia e Sanità riunite presentarono una nuova proposta unitaria, che fu approvata dalla Camera ma bocciata al Senato; ripresentata subito dopo, passò infine il 22 maggio del '78; il Movimento per la Vita, nel '81, promosse un referendum abrogativo che ebbe esito negativo.

Italo Calvino sull'IVG si espresse così: «Nell'aborto chi viene massacrato, fisicamente e moralmente, è la donna; anche per un uomo cosciente ogni aborto è una prova morale che lascia il segno, ma certo qui la sorte della donna è in tali sproporzionate condizioni di disfavore in confronto a quella dell'uomo, che ogni uomo prima di parlare di queste cose deve mordersi la lingua tre volte».

La legge 194 è tutt'ora molto discussa sia da parte cattolica, sia da quanti contestano l'abuso del ricorso all'obiezione di coscienza, che la rende in alcuni contesti quasi impraticabile; forse sarebbe meglio garantire per legge, in ogni ospedale pubblico e privato, una certa quota di operatori sanitari non obiettori, come in altri Stati. Inoltre, tutt'ora i servizi come i consultori (altro principio cardine delle legge in questione) in moltissime città non lavorano a pieno regime o addirittura sono del tutto assenti; tali servizi per la salute sessuale e il supporto delle donne sono fondamentali; ovviamente la contraccezione sarebbe il metodo migliore per evitare una pratica devastante come l'aborto, però dove non arriva la prevenzione tale pratica dev'essere sicura e gratuita per tutte, e garantita come diritto inalienabile. Gli aborti clandestini sono di nuovo in aumento perché in molti ospedali non ci sono operatori disponibili oppure i tempi sono troppo lunghi per farli entro i 90 giorni; molte, attraverso internet, si comprano farmaci non legali e abortiscono a casa mettendo a rischio le loro vite o si rivolgono a cliniche clandestine.

Per altri approfondimenti:

https://www.raiplay.it/video/2021/05/Ossi-di-Seppia---Il-rumore-della-memoria-EP19-Il-referendum-sullaborto-1e8f24d5-682c-4c0f-988f-bb32d8d0ba61.html