#COP26: i giovani chiedono una vera giustizia climatica

06.11.2021

    Sicuramente il futuro dei giovani è legato all'ambiente, per questo molti di loro, in questi giorni hanno manifestato a Glasgow chiedendo "giustizia sociale", dicendo che la COP26 è un fallimento totale e accusando i Grandi della Terra di fare il solito "bla bla bla" senza prevedere azioni concrete per limitare i cambiamenti climatici.

   L'attivista svedese, Greta Thunberg, ha dichiarato che i leader del mondo creano attivamente scappatoie e modellano strutture per avvantaggiarsi e continuare a trarre profitto da questo sistema distruttivo. Questa è una scelta attiva da parte dei leader per continuare a sfruttare la comunità, la natura, le persone; così avviene la distruzione del presente e del futuro delle condizioni di vita. Basta, è ora di finirla con promesse vuote; servono azioni concrete ed immediate.

    I giovani hanno completamente ragione. L'ultimo Rapporto "Codice rosso per l'umanità" dell'IPCC afferma che il cambiamento climatico indotto dall'Uomo sta provocando molti eventi climatici estremi in tutti i continenti. C'è una grande preoccupazione per quello che sta accadendo nel sud del mondo ed alle popolazioni indigene che stanno scomparendo dalla faccia della Terra con i loro territori. Gli indigeni e le popolazioni autoctone, con le loro conoscenze unite alle nuove tecnologie, saranno fondamentali per preservare il futuro del pianeta; chiedono di smettere di sfruttare ed estrarre risorse ed inoltre lasciare il carbonio nel terreno; questi popoli soffrono maggiormente i cambiamenti climatici perché le loro vite sono strettamente correlate al ciclo della terra.

    Intanto alla COP26 si è deciso di ridurre le emissioni globali di CO2 che cresceranno del 13,7% entro il 2030 rispetto al 2010, proiezione leggermente inferiore al 16% prevista prima dei nuovi impegni annunciati da 14 Stati: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Bahrain, Brasil, Ciad, Cina, Ghana, Iraq, Giappone, Nauru, Pakistan, Saint Kitts e Nevis e Uzbekistan. Questo è ancora insufficiente, in quanto si calcola che per limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5º è necessaria una riduzione delle emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 o una riduzione del 25% per limitare il riscaldamento a 2º.

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