#COP26: la maggior parte degli accordi siglati sono un vuoto a perdere

12.11.2021

António Guterres, Segretario Generale dell'ONU, riferisce che fino a quando i combustibili fossili continueranno a ricevere trilioni di finanziamenti le promesse della COP26 suoneranno come vuoto a perdere. Queste fonti di energia arcaiche emettono una serie di inquinanti atmosferici dannosi sia per l'ambiente che per la salute pubblica, per questo vanno messe in disuso il prima possibile. Già ora è fin troppo tardi, quello che si dovrebbe attuare adesso lo si sarebbe dovuto porre in essere almeno dieci anni fa. Entro il 2050, 1,6 miliardi di persone che vivono nelle città saranno regolarmente esposte a temperature estremamente elevate e più di 800 milioni saranno vulnerabili all'innalzamento del livello del mare e alle inondazioni costiere.

Mantenere l'obiettivo di 1,5º significherebbe ridurre le emissioni a livello globale del 45% entro il 2030; con l'attuale pacchetto di sussidi alle energie fossili le emissioni continueranno ad aumentare nel 2030. Con gli accordi siglati alla COP26 ci si sta dirigendo verso un aumento del riscaldamento globale ben al di sopra dei 2º. Al contrario l'accordo di cooperazione USA-Cina che prevede: schemi regolatori e standard ambientali per ridurre le emissioni di gas serra negli anni Venti, benefici sociali sulla transizione alle energie pulite, politiche per incoraggiare la decarbonizzazione, economia circolare, cattura ed utilizzo del carbonio, collaborazione nella lotta alle emissioni di metano, collaborazione fra le due superpotenze sulle fonti di energia rinnovabili; è un grande passione nella giusta direzione.

Guterres ha invitato tutti i Paesi, le città, le aziende e le istituzioni finanziarie a ridurre le proprie emissioni in modo "radicale, credibile e verificabile" e a decarbonizzare.

I sindaci sono quelli che lavorano sul campo. C'è un estremo bisogno di ottenere risultati, non importa da quale appartenenza politica provengano; quando arrivano i temporali e gli eventi meteorologici estremi sempre più con maggiore frequenza ed intensità, i costi per porvi rimedio sono ogni volta ulteriormente elevati.

Secondo UN Habitat, le città consumano il 78% dell'energia mondiale e producono più del 60% delle emissioni di gas serra, ma rappresentano meno del 2% della superficie terrestre. Urge costruire edifici più efficienti dal punto di vista energetico per soddisfare diverse esigenze che riguardano: il contenimento dei cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità, migliorare la vivibilità e la qualità della vita. Più della metà di questo tipo di immobili da erigere entro il 2060 devono ancora essere costruiti.

Oggi le costruzioni sono responsabili del 37% delle emissioni di CO2 e i materiali da costruzione, come il cemento, rappresentano il 10% delle emissioni globali. Non si da abbastanza importanza alla resilienza, il tipico edificio attualmente costruito continuerà ad essere utilizzato nel 2070 e l'impatto climatico sarà enorme. La ristrutturazione può offrire sia un alto livello di efficienza che di abitabilità.

La suddetta Agenzia ONU ha rilevato che solo 19 nazioni hanno aggiunto misure relative all'efficienza energetica degli edifici e le hanno implementate, la maggior parte delle future costruzioni avverrà in Stati senza queste misure. Per ogni investimenti in edifici ad alta efficienza energetica, ce ne sono molti di più che vanno agli edifici convenzionali inefficienti. La gradualità di questi cambiamenti è troppo lenta, c'è la necessità di una vera trasformazione del settore. I governi se vogliono mantenere le promesse di emissioni zero devono essere più ambiziosi.

Fonte:

https://news.un.org/es/story/2021/11/1499902 

Articoli affini

#COP26, #PattoFinaleDiGlasgow: niente di trascendentale per il clima

#COP26: i giovani chiedono una vera giustizia climatica

#Youth4Climate: i giovani consegnano un mandato preciso ai Grandi della Terra

Città del futuro post #COVID19: più sostenibili che guardano al sociale