Bosnia, #campLipa: l’evacuazione dell’inferno gelato
Finalmente le autorità di Bosnia-Erzegovina hanno deciso di evacuare il campo di Lipa che dopo un incendio, presumibilmente appiccicato dagli stessi profughi esasperati, si trova sotto la neve e senza tende. Ora, il governo, sta discutendo su dove ricollocare i migranti.
L'evacuazione è iniziata martedì, i migranti si sono accalcati davanti agli autobus non vedendo l'ora di fuggire da quell'inferno gelato. I media locali hanno riferito che non è stato chiaro se l'evacuazione ci sia stata o meno.
Il ministro della sicurezza bosniaco, Selmo Cikotic, ha riferito che la situazione di Lipa è una "crisi umanitaria acuta", di conseguenza i rifugiati dovrebbero stare in strutture dove possono "riscaldarsi, nutrirsi e avere condizioni igieniche minime"; e poi tornare a Lipa in primavera, dopo che il campo sarà ricostruito con gli standard necessari. Inoltre, egli ha dichiarato che le autorità avevano raggiunto un accordo "preliminare" per un ricollocamento in un vecchio sito militare nella città di Bradina, a circa 40 chilometri (25 miglia) a sud-ovest di Sarajevo; però ha registrato il malcontento da parte di alcuni elementi dell'apparato statale bosniaco, diviso su linee etniche perennemente conflittuali.
D'altro canto, il ministro delle finanze Vjekoslav Bevanda ha contraddetto Cikotic, affermando che non era stata presa alcuna decisione; le parole di Bevanda sono state queste: "Non esiste, anche se la chiami 'preliminare'".
Il portale Klix, un'agenzia di stampa locale, ha evidenziato: "C'è una certa resistenza a tutti i livelli", in più "I migranti sono persone che vivono nella nostra zona e sono indesiderate ovunque tu voglia metterle".
Su questo punto l'alto funzionario delle Nazioni Unite, Peter Van der Auweraert, ha detto che molto probabilmente i migranti avrebbero dovuto trascorrere la notte in autobus.
Secondo il quotidiano Oslobodjenje ci sono state proteste a Bradina di alcuni abitanti.
Viceversa, attivisti e funzionari a favore dei migranti hanno duramente criticato le condizioni del campo di Lipa, nato temporaneamente in aprile senza acqua ed elettricità; praticamente un campo di concentramento, anzi peggio perché carente di infrastrutture e strutture di base. Le autorità non sono ancora riuscite a fornire una soluzione.
Riguardo a ciò, il direttore regionale dei Balcani per l'agenzia umanitaria Care International, Sumka Bucan, ha dichiarato che le condizioni a Lipa erano "disumane": sia per circa i 1.300 migranti del campo, che per gli altri 2.000 che dormivano "alla meglio" fuori dal campo. Alcuni dei profughi indossano ancora sandali nella neve, ha fatto notare.
La scorsa settimana, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) si è tirata indietro per quanto riguarda la gestione del campo di Lipa, sperando così nella chiusura.
Fonte:
https://www.dw.com/en/bosnia-evacuation-of-squalid-lipa-migrant-camp-in-doubt/a-56089163
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