#COP26, #PattoFinaleDiGlasgow: niente di trascendentale per il clima

13.11.2021

Alla COP26 i negoziatori dei 197 Paesi hanno lavorato tutta la notte per dissipare quisquilie giuridiche della terza bozza del documento finale (Patto Finale di Glasgow) per attuare i prossimi passi per combattere i cambiamenti climatici.

Tale incartamento rafforza l'impegno a "raddoppiare" almeno entro il 2025, rispetto ai livelli del 2019, i fondi agli Stati poveri per adeguarsi al cambiamento climatico con investimenti per le energie rinnovabili.

Un altro punto relativamente interessante, in quanto grandi potenze in via di sviluppo hanno posto il veto, è il mantenimento alquanto blando dell'impegno ad "accelerare gli sforzi verso l'eliminazione del carbone senza sistemi di cattura del carbonio e sussidi inefficienti per i combustibili fossili". Inoltre si riconosce "la necessità di sostegno per realizzare una transizione giusta", che implica aiuti affinché i lavoratori del settore si possano riciclare.

In più si chiede ai sottoscrittori di "rivedere e rafforzare" nel 2022 i propri obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, tenendo conto "delle differenze di ciascun Paese", per raggiungere lo zero netto nel 2050 (necessario per limitare a 1,5° globali il riscaldamento di questo secolo).

Si aprirà anche un dialogo, tramite una commissione tecnica, per vagliare le esigenze di sovvenzionamento in termini di "perdite e danni" dovute alle devastazioni del clima, che molte nazioni soffrono in modo particolare come ad esempio Tuvalu e le Marshall; LDC che hanno contribuito meno dei ricchi al riscaldamento globale. Non si sa se questo impegno sarà sufficiente per quelli in via di sviluppo colpiti da catastrofi naturali già inevitabili, che faticano a ricevere sussidi - non prestiti - come risarcimento per quei fenomeni devastanti che li costringono ad indebitarsi.

Tuttavia, la proposta avanzata da 130 Stati in via di sviluppo che chiedeva la creazione di un "Meccanismo di finanziamento delle perdite e dei danni di Glasgow" è stata scartata; invece sarebbe di vitale importanza che i Paesi ricchi mettessero in campo fondi pubblici per coprire questi costi. Oltre a ciò, senza fondi sufficienti per adattarsi ai cambiamenti climatici, non saranno nemmeno in grado di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Ambientalisti e scienziati, di diverse frangie, reputano il suddetto Atto "niente di trascendentale" per contenere i cambiamenti climatici; ma l'impegno sugli idrocarburi e il riconoscimento della necessità di una giusta transizione in questo settore sono piccoli passi in avanti. Sicuramente si dovrà lottare per rafforzare tali accordi.

Per concludere, questo Patto non produrrà nessun effetto consistente per la riduzione della temperatura terrestre; è stata una patetica colossale delusione, non è stato raggiunto nessun risultato davvero rilevante, e quei pochi impegni che si sarebbero potuti raggiungere sono stati posticipati al 2030.

Articoli affini: 

#COP26: la maggior parte degli accordi siglati sono un vuoto a perdere

 #COP26: i giovani chiedono una vera giustizia climatica

#COP26: accordo storico sul carbone

#COP26: le sfide ambientali per il bene comune per l’umanità 

#Youth4Climate: i giovani consegnano un mandato preciso ai Grandi della Terra