#Migranti: sulle rotte del Mediterraneo i morti aumentano

15.07.2021

   Il Missing Migrants Project del Global Migration Data Analysis Center (GMDAC) dell'OIM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione), indica un aumento dei decessi associati ad operazioni di ricerca e soccorsi non efficienti nel Mediterraneo e sul versante dell'Atlantico per raggiungere le coste europee; evidenzia anche un aumento di intercettazioni di migranti al largo delle coste nordafricane, da parte delle forze di sicurezza africane, che come si sa, non sono per niente docili. Per il secondo anno consecutivo, queste "intercettazioni" sono in aumento. Più di 31.500 persone sono state intercettate o "soccorse", in realtà portate indietro con forza bruta, dalle autorità di questi Paesi nella prima metà del 2021, contro le 23.117 della prima metà del 2020.

   Queste operazioni al largo delle coste tunisine sono aumentate del 90% nei primi sei mesi del 2021 rispetto al 2020. Inoltre, più di 15.300 profughi sono stati rimpatriati in Libia nei primi sei mesi del 2021, ovvero quasi tre volte di più rispetto allo stesso periodo in 2020 (5.476 persone).

   Dal Rapporto si evince che ad ora, nel 2021, 896 tra uomini, donne e bambini sono deceduti nel tentativo dell'attraversata mediterranea; almeno 741 persone sulla rotta del Mediterraneo centrale, mentre 149 su quella occidentale e 6 sono sull'orientale dalla Turchia alla Grecia.

   Quest'anno i decessi sono più che raddoppiati, rispetto allo stesso periodo del 2020, quando 513 migranti sono annegati.

   I migranti che cercano di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo sono aumentati del 58% tra gennaio e giugno 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, di questi più del doppio hanno perso la vita.

   L'OIM preme gli Stati affinché adottino misure urgenti e proattive per ridurre la perdita di vite umane sulle rotte migratorie marittime verso l'Europa e per rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale; è essenziale aumentare gli sforzi di ricerca e soccorso, mettere in atto meccanismi di sbarco prevedibili e garantire l'accesso a rotte migratorie sicure e legali (i cosiddetti corridoi umanitari).

   Nello stesso arco temporale, circa 250 persone sono annegate mentre cercavano di raggiungere le Isole Canarie sulla rotta Africa occidentale/Atlantico. Tuttavia, questa cifra potrebbe essere molto inferiore alla realtà.

   Centinaia di naufragi rimangono invisibili segnalati solo dalle ONG a stretto contatto con i profughi o con le loro famiglie. Tali casi estremamente difficili da verificare indicano che i decessi sono molto più alti rispetto ai dati disponibili. Inoltre, i casi di intercettazioni, da parte delle autorità nordafricane non rincuora; perché nessun essere umano può essere rimpatriato in un porto non sicuro. L'ONU ha ribadito più volte che la Libia non è un porto sicuro; perché si verificano rimpatri forzati, detenzioni arbitrarie anche di minori, estorsioni, sparizioni e torture.

Fonte:

https://www.iom.int/es/news/informe-de-la-oim-las-muertes-en-las-rutas-migratorias-maritimas-hacia-europa-aumentaron-mas 

Per altri approfondimenti:

https://missingmigrants.iom.int 

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