#FoodSystemSummit, le chiavi: riformare la produzione e la distribuzione del cibo

23.09.2021

Le Nazioni Unite hanno svolto il Summit sui Sistemi Alimentari, per attirare l'attenzione globale sull'urgenza di sradicare la fame e ridurre le malattie legate alla cattiva alimentazione e alla malnutrizione; è evidente che bisogna riformare la produzione e la distribuzione del cibo.

Il nuovo rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) rivela che tra 83 milioni e 132 milioni di persone hanno sofferto la fame cronica nel 2020.

La pandemia SarsCov_2 e le misure di contenimento per frenare la trasmissione del virus hanno avuto un impatto anche sulla volatilità dei prezzi alimentari, significa che sono aumentati.

Il capo della statistica della FAO, Pietro Gennari, ha dichiarato che la situazione è "allarmante" e che ora è diventato più difficile raggiungere l'obbiettivo "fame zero" dell'Agenda 2030.

Quasi il 14% del cibo viene perso lungo la filiera, prima ancora che raggiunga i consumatori; i piccoli produttori restano svantaggiati: le donne nei paesi in via di sviluppo guadagnano meno degli uomini, anche quando producono di più.

Inoltre, la scarsità d'acqua è molto elevata in diverse regioni del mondo, il che minaccia anche il progresso verso lo sviluppo sostenibile.

Il report elenca alcuni progressi fatti per migliorare i sistemi alimentari, tra cui: l'attuazione di decisioni per combattere la pesca illegale, la gestione sostenibile delle foreste, la politiche per eliminare i sussidi alle esportazioni agricole e gli investimenti per aumentare la produttività nei Paesi in via di sviluppo.

In occasione del Summit, l'UNICEF ha stilato "Fed to Fail?"; il quale mostra che l'aumento della povertà, le disuguaglianze, i conflitti, i disastri legati al clima e le emergenze sanitarie, sono tutti fattori che contribuiscono alla crisi nutrizionale dei minori.

Un'analisi di 91 Stati ha evidenziato che solo la metà dei bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi riceve il numero minimo raccomandato di pasti al giorno; mentre solo un terzo consuma il numero minimo dei gruppi alimentari di cui ha bisogno per crescere. i cinque gruppi di alimenti sono: frutta, verdura, cereali, alimenti proteici e latticini.

I bambini che vivono in aree rurali o provenienti da famiglie meno abbienti hanno anche una probabilità significativamente maggiore di essere nutriti con diete povere, rispetto ai loro coetanei delle zone urbane o più ricchi. Ulteriori analisi di 50 Paesi hanno scoperto che questi scarsi modelli di alimentazione sono persistiti nell'ultimo decennio.

Il rapporto ha sottolineato che la pandemia di COVID-19 sta influenzando il modo in cui le famiglie nutrono i propri figli, anche nelle zone cittadine molte famiglie non sono più in grado di effettuare l'acquisto di cibo sano e nutriente.

Di conseguenza, la percentuale di bambini che consumano il numero minimo raccomandato dei gruppi alimentari è diminuita di un terzo nel 2020, rispetto al 2018.

Nel 2020, ad esempio, la percentuale di bambini (6-23 mesi) nutriti con il numero minimo di gruppi alimentari raccomandati era doppia nelle aree urbane (39%) rispetto alle aree rurali (23%).

Le diete povere di nutrienti possono influire su tutta la vita di un individuo. Un'assunzione insufficiente di nutrienti presenti in verdure, frutta, uova, pesce e carne in tenera età mette i bambini a rischio di scarso sviluppo cerebrale, apprendimento debole, bassa immunità, aumento delle infezioni e potenzialmente la morte.

I bambini di età inferiore ai due anni sono i più vulnerabili a tutte le forme di cattiva nutrizione, quali: arresto della crescita, deperimento, carenze di micronutrienti, sovrappeso e obesità.

Si stima che, a livello globale, più della metà dei bambini sotto i 5 anni con deperimento ha meno di 2 anni; ciò equivale a circa 23 milioni di bambini; la prevalenza dell'arresto della crescita aumenta rapidamente tra i 6 mesi e i due anni, poiché le diete dei bambini non riescono a tenere il passo con le loro crescenti esigenze nutrizionali.

Il Paper ha rilevato che in America Latina e nei Caraibi quasi i due terzi (62%) dei bambini al di sotto dei 24 mesi sono alimentati con una dieta minimamente diversificata, mentre nell'Africa orientale e meridionale (24%), nell'Africa occidentale e centrale (21%) e nell'Asia meridionale (19%), meno di un bambino su quattro viene nutrito con una dieta minimamente diversificata.

Per fornire diete nutrienti, sicure e convenienti a ogni bambino, è necessario investire su: l'aumento della disponibilità e l'accessibilità economica di alimenti nutrienti, l'attuazione di norme e leggi nazionali per proteggere i bambini da cibi e bevande trasformati non salutari e ponendo fine a pratiche di marketing dannose che colpiscono i bambini e le loro famiglie; invece, gli alimenti nutrienti e sicuri dovrebbero essere resi più desiderabili ed accessibili a tutti attraverso molteplici canali di comunicazione, senza dimenticare le informazioni coerenti e di facile comprensione.

Mentre la FAO consiglia l'aumento degli investimenti in agricoltura, il sostegno ai piccoli produttori e l'adozione di misure per contenere l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

Fonte:

https://www.un.org/food-systems-summit

https://www.unicef.org/media/107226/file/Fed_to_Fail_-_BRIEF_-_ENGLISH_-_Final.pdf 

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