#Tigray: c’è urgente bisogno di aiuti umanitari
Martin Griffiths, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore dei soccorsi di emergenza, ha proferito che le centinaia di migliaia di persone colpite dal conflitto del Tigray (Etiopia settentrionale), dopo otto mesi, hanno estremo bisogno di aiuto.
200.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti nella vicina regione di Amhara, insieme a più di 50.000 nell'Afar.
Per l'Alto funzionario questa guerra deve finire subito; anche perché portare aiuti umanitari in certe zone (tipo quella di Macallé) non è un'impresa facile, anzi può essere molto pericoloso.
Il Premier, Abiy Ahmed, ha proclamato un cessate il fuoco unilaterale, ma di fatto le violenze continuano; per l'ONU è fondamentale almeno negoziare l'accesso sicuro per gli aiuti nel Tigray, ma se ci fosse un vero e proprio cessate il fuoco sarebbe più facile e la cosa migliore per la popolazione locale.
Dallo scorso novembre ci sono stati: uccisioni, saccheggi e distruzioni di centri sanitari ed alle infrastrutture agricole (compresi ai sistemi di irrigazione, quindi il raccolto è andato quasi perduto). Circa 400.000 persone stanno affrontando la carestia nel Tigray, perché il raccolto che è stato piantato di recente probabilmente produrrà solo tra un quarto e al massimo la metà della sua produzione.
Oltre a derrate alimentari c'è urgente necessità di apparecchiature sanitarie e medicinali; tra l'altro gli operatori sanitari che ci sono non ricevono lo stipendio da mesi.
Nonostante la complessità della situazione, Griffiths ha sostenuto che le sue discussioni con il Primo Ministro, Abiy Ahmed, il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri e il Ministro della Pace e altri, erano state "molto costruttive" durante la sua visita di sei giorni in Etiopia.
In tutto questo ci sono 100.000 rifugiati eritrei intrappolati nel Tigray che sono presi di mira e vittimizzati da entrambe le parti per la loro presunta collaborazione con l'altra parte nel conflitto; queste sono mere violazioni del diritto umanitario, le rappresaglie e gli omicidi, le percosse e le violenze sessuali e saccheggi dei campi e proprietà devono terminare immediatamente.
L'UNHCR ha espresso preoccupazione per i 24.000 rifugiati eritrei nei campi di Mai Aini e Adi Harush, perché tagliati fuori dall'assistenza umanitaria e stanno subendo intimidazioni e vessazioni. I campi profughi di Hitsats e Shimelba sono stati distrutti; circa 20.000 rifugiati sono stati sfollati e centinaia sono scomparsi; inoltre, altri 55.000 hanno subito lo sfollamento per i recenti scontri nella regione di Afar.
Il diritto umanitario internazionale riconosce da tempo la necessità di proteggere i civili coinvolti in un conflitto, bisogna far rispettare la Convenzione sui rifugiati del 1951 a tutte le parti.
#Tigray / #Ethiopia:
— UN Geneva (@UNGeneva) August 6, 2021
"This war has to stop, this war has to end.
A ceasefire on humanitarian grounds is needed now more than ever if a massive aid operation across frontlines is to succeed.”@UNReliefChief briefed the press this morning at @UNGeneva ⬇️ pic.twitter.com/9AwTpkwd5A