#PatrickZaki: scarcerato ma non assolto

07.12.2021

Dopo 22 mesi di "agonia psicologica e fisica", con un'ordinanza, si dichiara la scarcerazione di Patrick Zaki; ma non la sua assoluzione, infatti dovrà comparire davanti al giudice il prossimo 1 febbraio rischiando fino a 5 anni di detenzione per la diffusione di false informazioni sul regime di Abdel Fattah al-Sisi. In realtà le autorità egiziane vorrebbero mettere il bavaglio ad un suo articolo sulle mancate garanzie offerte alla popolazione copta.

Dopo l'udienza lampo (di soli 4 minuti) i familiari, rappresentanti di ONG e diplomatici hanno salutato tale decisione con felicità; è un piccolo passo in avanti. I parenti hanno ringraziato l'Italia, la Spagna, gli USA e il Canada per le loro pressioni verso l'Egitto e per aver fatto rimanere alta l'attenzione sul caso del loro congiunto. Zaki, dalla sua cella, come dopo ogni udienza ha ringraziato il corpo diplomatico italiano e che ora sta bene; in teoria potrebbe tornare in Italia visto che non ha l'obbligo di firma.

Da sempre la difesa punta ad acquisire le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto del Cairo, i verbali redatti da un agente della Sicurezza Nazionale e da uno della polizia, oltre alle copie di verbali di un processo civile e la convocazione di un teste. Tali filmati serviranno per dimostrare che il Zaki fu arrestato all'aeroporto del Cairo (subito dopo il suo arrivo per una vacanza in famiglia) e non a casa propria. I verbali richiesti sono quelli del funzionario della sicurezza nazionale che attestò l'arresto al Cairo e quello dell'agente di polizia che ha invece registrato il fermo a Mansura, atti che dovrebbero dimostrare l'illegalità del fermo.

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