#OMS: allarme in Europa e Asia centrale per #COVID19

04.11.2021

L'OMS avverte che dopo quasi due anni dall'inizio della pandemia SarsCov_2 e dopo quasi un anno dall'approvazione dei primi vaccini, i casi segnalati e i decessi stanno di nuovo aumentando; Europa e Asia centrale sono l'epicentro di questa quarta ondata.

L'attuale ritmo di trasmissione in Europa è fonte di grave preoccupazione; i casi si stanno avvicinando ancora una volta a livelli record, con la variante Delta Plus la trasmissibilità è ancora più elevata. Nelle ultime 4 settimane, il continente ha visto un aumento di nuovi casi superiore al 55%. La scorsa settimana, l'Europa e l'Asia centrale hanno rappresentato il 59% di tutti i casi a livello globale e il 48% dei decessi segnalati; i tassi di ricovero ospedaliero a causa di COVID-19 sono più che raddoppiati in una settimana. Ci sono tendenze in aumento in tutte le fasce d'età, ma il 75% dei casi mortali riguarda persone di età pari o superiore a 65 anni. Se si continua a rifiutare i vaccini, una stima prevede ci potrebbero essere un altro mezzo milione di morti in Europa e in Asia centrale entro il 1 febbraio del prossimo anno. Altre misure basilari per contrastare il virus sono quelle di salute pubblica e quelle sociali, quali: i tamponi, la tracciabilità dei contatti, la ventilazione degli spazi interni e il distanziamento fisico.

Dai report dell'OMS si rileva che nessuno Stato ha terapie intensive sufficienti anche per assistere pazienti con altre patologie, c'è una continua carenza di forniture mediche soprattutto nei Paesi poveri, ed infine operatori sanitari sottoposti ad un surplus di lavoro ed ospedali in affanno che rinviano altre procedure necessarie anche in Paesi ad alto reddito.

Tutto questo non dovrebbe accadere visto che ora ci sono tutti gli strumenti per prevenire la trasmissione del virus e salvare vite.

Purtroppo attualmente c'è evidente disuguaglianza nella distribuzione dei vaccini, la maggior parte dei Paesi a basso reddito si affida all'iniziativa internazionale COVAX. Questo meccanismo di solidarietà non ha funzionato come avrebbe potuto perché pur essendo ben finanziata e possedendo i contratti necessari, i produttori non hanno fatto la loro parte; il suo pieno funzionamento sarebbe stato essenziale per vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro il 2021; l'OMS continua a chiedere la moratoria sulla dose booster, tranne per chi ha patologie croniche.

Fino ad ora, in tutto il mondo, sono stati segnalati più di 5 milioni di decessi e l'OMS ritiene che il numero reale sia più alto; più di 50.000 persone perdono la vita ogni settimana. Negli ultimi sette giorni in 56 Paesi di tutte le zone del mondo è stato registrato un aumento dei decessi di oltre il 10%.

Fonte:

https://news.un.org/en/story/2021/11/1104912 

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