#OIL: i migranti lavoratori aumentano di 5 milioni

01.07.2021

     Un nuovo rapporto dell'ILO, che si basa su dati provenienti da 189 paesi, mostra che i lavoratori migranti costituiscono 1 su 20 della forza lavoro mondiale nel 2019, spesso svolgendo attività chiave in settori critici dall'assistenza sanitaria ai trasporti e alla lavorazione degli alimenti.

Spesso i migranti svolgono attività prive di qualsiasi tipo di protezione sociale, ergo suscettibili di licenziamento e condizioni di lavoro precarie e non sicure, a causa che sono temporanee o non assicurate.

Si è visto che in alcune parti del mondo i lavoratori migranti rappresentano una quota consistente della forza lavoro; stanno ovviamente contribuendo alle economie e alle società dei loro paesi ospitanti, ma anche ai loro paesi d'origine.

Nonostante il loro valore per l'economia globale, molti migranti affrontano incertezze sul lavoro e la pandemia SarsCov_2 ha aggravato tale situazione.

In particolare per le donne, poiché sono sovrarappresentate in lavori a bassa retribuzione e scarsamente qualificati e hanno un accesso limitato alla protezione sociale e meno opzioni per i servizi di supporto.

Chi si sposta per lavoro è per il 58% uomo, cioè 99 milioni rispetto ai 70 milioni di donne; il 86,5% ha un'età compresa tra 25 e 64 anni. La maggior parte trova lavoro nelle industrie dei servizi, seguite dall'industria manifatturiera, che impiega quasi due migranti su tre. Un altro 7% dei lavoratori stranieri svolge lavori agricoli.

Le donne sono impiegate maggiormente nel settore sanitario e in quello domestico; ora c'è una crescente domanda di operatori sanitari; dall'altra parte gli uomini sono maggiormente impiegati nei settori produttivi, ii che evidenzia una sostanziale disparità di genere.

Più di due dei migranti economici su tre sono concentrati nei paesi ad alto reddito; con 63,8 milioni in Europa e Asia centrale e altri 43,3 milioni nelle Americhe; mentre Stati arabi, l'Asia e il Pacifico ciascuno ne ospita circa 24 milioni, infine l'Africa 13,7 milioni, che rappresentano l'8,1% del totale.

Inoltre il suddetto Report evidenzia l'aumento della quota di lavoratori tra i 15 e i 24 anni, dall'8,3% nel 2017 al 10,0% nel 2019, probabilmente questo è dovuto agli alti tassi di disoccupazione in molti paesi in via di sviluppo e alla crescente tendenza demografica.

Le statistiche affidabili sulla loro forza lavoro migrante aiutano a rispondere ai cambiamenti nella domanda e offerta di lavoro, stimolare l'innovazione e lo sviluppo sostenibile e a trasferire e aggiornare le competenze.

Fonte:

https://news.un.org/en/story/2021/06/1095082

Per altri approfondimenti:

https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_protect/---protrav/---migrant/documents/publication/wcms_808935.pdf  

Articoli affini:

#OIL: la salute mentale e la sicurezza sul lavoro sono fondamentali per costruire posti di lavoro forti e resilienti