#Latam: entro il primo semestre del 2022 quasi tutti i Paesi raggiungeranno il 70% della popolazione vaccinabile ma servono più vaccini

19.11.2021

L'Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) ha dichiarato che attualmente la metà delle persone in America Latina e nei Caraibi hanno avuto già il ciclo completo vaccinale contro SarsCov_2 e che il numero dei deceduti, nella ultima settimana, è diminuito del 17%.

Sono già state somministrate circa 750 milioni di dosi, però ci sono ancora molto disuguaglianze importanti tra gli Stati. 20 Paesi attualmente hanno vaccinato oltre il 40%, però 5 non hanno raggiunto il 20% che corrisponde ai gruppi più esposti al virus: gli operatori sanitari, gli anziani e le persone con malattie croniche. Nello specifico i 5 Paesi sono: Guatemala, Giamaica e Saint Vincent e Grenadine, Nicaragua e Haiti; questi ultimi due detengono il record di popolazione non immunizzata.

In merito alla possibilità di raggiungere l'obiettivo fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di vaccinare il 40% della popolazione entro la fine del 2021, la PAHO ritiene che quasi tutte le nazioni del continente possano raggiungere questo obiettivo.

Tuttavia, per quanto riguarda il traguardo  di raggiungere il 70% della popolazione vaccinata (con doppia dose) entro la fine del primo semestre del 2022 è necessario avere più accesso ai vaccini; la PAHO ha anche chiarito che il raggiungimento di questa percentuale non garantisce la fine della trasmissione della malattia. Per proteggere tutti, al massimo delle possibilità, è fondamentale vaccinare almeno l'85 - 90% della popolazione vaccinabile; altrettanto importante mantenere le misure di salute pubblica fino a quando la trasmissione non sarà controllata. Tutti i dati epidemiologici e le misure di sanità pubblica devono essere monitorati per porre fine alle ondate pandemiche, non solo la copertura vaccinale.

Nonostante i progressi della vaccinazione c'è stato un aumento, senza precedenti, dell'uso di antimicrobici durante la pandemia; questo fatto potrebbe avere conseguenze potenzialmente gravi per i prossimi anni.

Secondo l'OMS, la resistenza agli antibiotici si manifesta quando batteri, virus, funghi e parassiti mutano nel tempo e smettono di rispondere ai farmaci, rendendo difficile la cura delle infezioni ed aumentando il rischio di diffusione di malattie, di comparsa di forme gravi di affezioni e persino di morte. Questo abuso degli antibiotici ed altri antimicrobici potrebbe mettere a rischio la cura di infezioni comuni.

I dati del suddetto continente mostrano che tra il 90% e il 100% dei pazienti ricoverati ha ricevuto un antimicrobico come parte del trattamento contro il COVID, mentre solo il 7% di questi pazienti ha avuto un'infezione secondaria che ha richiesto l'uso di questi farmaci.

Argentina, Uruguay, Ecuador, Guatemala e Paraguay, stanno segnalando un aumento di infezioni resistenti ai farmaci che hanno probabilmente contribuito all'aumento della mortalità osservata durante la pandemia nei pazienti ospedalizzati.

Gli antimicrobici vengono utilizzati in modo improprio anche al di fuori dell'ambiente ospedaliero. Farmaci come Ivermectina, Azitromicina e Clorochina sono stati ampiamente utilizzati come trattamenti non scientificamente comprobati contro il Covid.

Gli operatori sanitari di tutto il mondo dovrebbero usare gli antimicrobici in modo responsabile e prescrivere antibiotici solo quando è necessario, perché l'abuso di questi farmaci è dannoso per i pazienti e anche per la salute pubblica.

Fonte:

https://news.un.org/es/story/2021/11/1500092 

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