#HIV #AIDS sono discriminanti sul lavoro

01.12.2021

L'istruzione è la chiave per sradicare lo stigma delle persone con HIV/AIDS, motivo per cui sono importanti progetti di sensibilizzazione per smontare falsi miti e malintesi che persistono e creano discriminazioni anche in ambito lavorativo.

Nonostanteche la tolleranza delle persone alla malattia sia migliorata negli oltre 40 anni dall'inizio dell'epidemia di AIDS, un sondaggio dell'OIL su 55.000 persone in 50 paesi rivela che solo una persona su due sa che l'HIV non si trasmette condividendo il bagno; quattro su dieci credono che le persone che vivono con l'HIV non dovrebbero essere autorizzate a lavorare direttamente con coloro che non lo hanno e fino a sei persone su dieci supportano il test HIV obbligatorio prima di poter lavorare.

È sorprendente che dopo 40 anni di epidemia dell'HIV e d'AIDS ci sia ancora molto ignoranza sul tema.

La mancanza di informazioni di base su come si trasmette l'HIV sta alimentando il campanello d'allarme per la prevenzione dell'HIV e per cui sono necessari programmi educativi; in questo il mondo del lavoro svolge un ruolo fondamentale. L'emarginazione dal lavoro spinge i pazienti con l'HIV verso la povertà.

Secondo il sondaggio, entro la fine del 2020, circa 38 milioni di persone vivranno con l'HIV nell'intero, con 1,5 milioni di nuovi contagiati nello stesso anno e circa 680.000 persone che moriranno con patologie legate all'AIDS. Nonostante i progressi compiuti, la pandemia SarsCov_2 ha aggravato la situazione di questi soggetti; annullando alcuni degli sforzi e dei progressi compiuti per sradicare l'HIV, rendendo ora più urgente raddoppiare tali impegni. La pandemia ha colpito non solo i malati, ma anche i loro caregiver. La mancanza di alcuni servizi ha sovraccaricato i caregiver, colpendo soprattutto le donne e, in alcuni casi, le ragazze delle loro famiglie.

L'indagine mostra che la tolleranza più bassa per lavorare direttamente con le persone con l'HIV è in Asia e nell'area del Pacifico, seguite dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

Viceversa le zone con gli atteggiamenti più positivi sono l'Africa orientale e meridionale, dove quasi il 90% degli intervistati ha affermato che si sentirebbe a suo agio a lavorare direttamente con le persone con HIV. Livelli di istruzione superiori sono stati anche associati a una predisposizione a lavorare con persone che vivono con l'HIV.

L'OIL offre queste raccomandazioni: l'attuazione di programmi HIV per promuovere una migliore conoscenza tra i lavoratori delle forme di trasmissione; migliorare l'ambiente legale e politico intorno a questa malattia per proteggere i diritti dei lavoratori; l'abolizione del test obbligatorio; migliorare l'accesso alla protezione sociale e affrontare la violenza e le molestie che possono derivare dallo stigma e dalla discriminazione.

Il dialogo sociale è un meccanismo principe attraverso il quale sviluppare politiche, materiali e prodotti per sensibilizzare, assicurando che le pratiche di assunzione non discriminino le persone con HIV/AIDS. I governi sono il fulcro per attuare i suddetti dettami. Affrontare le disuguaglianze e porre fine alla discriminazione è fondamentale per porre fine all'AIDS.

Fonte:

https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---dgreports/---dcomm/---publ/documents/publication/wcms_830267.pdf 

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