#ZhangZhan: condannata per aver informato!

29.12.2020

Il regime cinese di Xi Jinping, noto per la sua non libertà di stampa ed opinione, ha condannato l'ex avvocata 37enne Zhang Zhan a 4 anni di carcere. Da giugno è in sciopero della fame ed è alimentata forzatamente tramite sondino naso-gastrico, una pratica dolorosa come una vera e propria tortura che veniva applicata già ai tempi delle suffragette in occidente.

La giovane avvocata si è convertita in una "giornalista cittadina", a febbraio del 2020 si recò a Wuhan per documentare il caos che regnava negli ospedali e la quarantena forzata dei cittadini. Post sui social network cinesi e Twitter, inclusi video su YouTube, le sono valsi l'arresto, a maggio, per "aver provocato rivolte", false dichiarazioni e aver concesso interviste ai media occidentali. Il Regime all'inizio dell'epidemia di SarsCov_2, prima della timida apertura pur sempre controllata di Xi Jinping, fu molto restio a far trapelare qualunque tipo di informazione.

Per lei si sono mobilitati diplomatici stranieri e sostenitori. Volevano assistere al processo a Shanghai, ma sono stati bloccati dalla polizia all'entrata del tribunale, come i giornalisti.

Secondo le stime ufficiali, nella metropoli di 11 milioni di abitanti ci sono stati quasi 4.000 morti per covid-19, ovvero quasi tutti i 4.634 morti registrati in tutta la Cina tra gennaio e maggio 2020. Pechino non ha messo in lockdown Wuhan e la regione fino al 23 gennaio 2020 nonostante i casi accertati già all'inizio di dicembre 2019; per questo è stata duramente criticata dall'occidente.

A quell'epoca, i medici di Wuhan che già accennavano la scoperta di un nuovo coronavirus, sono stati messi a tacere dalla polizia e accusati di "diffusione di voci".

Altri tre giornalisti cittadini: Chen Qiushi, Fang Bin e Li Zehua, online hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani a Wuhan; sono stati arrestati dopo aver rivelato questi eventi. L'AFP non ha potuto contattare i suoi avvocati.

Riguardo a ciò, Human Rights Watch (HRW) ha accusato le autorità cinesi di intensificare gli arresti di giornalisti e attivisti che riferiscono "sulla pandemia covid-19 o su altre questioni o criticano il governo". Secondo una dichiarazione del ricercatore Yaqiu Wang gli arresti sono stati effettuati: "senza fornire informazioni credibili per suggerire che questi individui abbiano commesso crimini legalmente riconoscibili"; in più "La detenzione di giornalisti e attivisti non farà sparire i veri problemi della Cina", ed infine "il governo cinese sembra non aver imparato nulla dalla repressione delle informazioni dopo l'epidemia di COVID-19". La HRW afferma che: "le autorità cinesi hanno cercato di controllare la narrativa della pandemia di coronavirus mettendo a tacere giornalisti indipendenti, insieme all'uso di software specializzati, 'troll' e censori di Internet.".

Nella nota di HRW si legge dell'attivista Ou Biaofeng e del giornalista Hze Fan dell'agenzia Bloomberg, e del corrispondente Du Bin per il quotidiano The New York Times nonché un fotografo che collabora con tale testata, questi sono detenuti illegalmente. "Dall'epidemia di coronavirus a Wuhan alla fine del 2019, le autorità cinesi hanno anche arrestato un certo numero di attivisti e giornalisti cittadini per aver riferito in modo indipendente sulla pandemia", ha denunciato l'ONG; inoltre riferisce che alcuni sono stati rilasciati, mentre altri rimangono in arresto o il loro status non è stato reso pubblico.

Fonte:

https://www.infobae.com/america/eeuu/2020/12/28/el-regimen-chino-juzgara-a-una-periodista-por-sus-reportajes-sobre-el-covid-19-en-wuhan/ 

Articoli affini:

#ZhangZhan: dev’essere rilasciata immediatamente