#WomanLifeFreedom, il grido delle donne iraniane che può essere anche il mio

25.11.2022

Non mi sono dimenticata de "Le pillole di Valeria", il mio blog politico personale che negli anni della pandemia SarsCov_2 mi ha dato tante soddisfazioni.

Dopo il periodo di vacanza estivo non ho più scritto anche perché ho fatto più cose con mia madre, a settembre ho iniziato la pratica forense (per me è un sogno, l'obiettivo finale di un percorso) e non ho più tempo per seguire il mio tanto amato blog. Ora però vorrei riuscire a conciliare il lavoro con lo svago, cioè scrivere articoli magari i fine settimana in quanto è un'attività che mi piace svolgere.

Fare l'avvocata è la mia massima aspirazione da quando avevo 16 anni lessi "Suad. Bruciata Viva. Vittima della legge degli uomini"; la storia che narra di una giovane ragazza molto ingenua della Cisgiordania che rimane incinta dopo essere ingannata un uomo ed ovviamente questo fatto è inaccettabile per tutta la famiglia che decide la sua condanna a morte dandole fuoco, ma Suad si salva e grazie ad un'associazione europea riesce ad essere portata via e rifarsi una vita. Uno degli eventi descritti in quel libro che mi ha colpito maggiormente è quando Suad partorisce da sola in uno stato di semi coscienza, senza neppure capire che in quel momento stava dando alla luce una vita. Ho deciso che voglio spendermi per le donne vittime di ogni tipo di violenza meno fortunate di me. Il problema della violenza di genere non conosce nessun confine e si può manifestare in varie forme. Concordo pienamente con il Presidente Sergio Mattarella quando dice che la violenza contro le donne è una palese violazione dei diritti umani.

Non mi voglio occupare esclusivamente di violenza di genere ma del diritto penale in generale perché mi affascina, il civile mi annoia. Inoltre io sono una "tipa sanguigna", all'università come esame a scelta ho dato anche medicina legale proprio perché vorrei diventare penalista.

Dopo anni di inattività per varie problematiche a dicembre 2019 sono riuscita finalmente a laurearmi. Agli inizi del 2020 mi stavo informando per superare il problema che in tutti gli studi legali nuoresi (come in altre città) sono in palazzi con barriere architettoniche al centro storico quindi per me sono inaccessibili; poi nel 2022 ad una riunione politica ho conosciuto il mio attuale dominus e venuto fuori che io stavo cercando di fare la pratica ma stavo riscontrando problemi e si è subito attivato per superarli in quanto anche lei ha lo studio con barriere. Per questo non la ringrazierò mai abbastanza! Quando le barriere si vogliono davvero abbattere per l'inclusione sociale le soluzioni si trovano.

Certi giorni mi sento così stanca che a fine giornata mi viene da piangere sia perché sono stanca ma anche perché sono molto felice e fiera di quello che sto realizzando. Non è per niente facile fare la suddetta attività con una patologia che pregiudica la comunicazione verbale e che rallenta la digitazione degli atti per questioni fisiche. Dietro alla scrittura di un atto oppure la preparazione di un'udienza ci vuole tutto uno studio di diritto sostanziale e processuale che porta via giorni interi anche perché non ricordo più molte cose che avevo studiato decenni fa. Ho notato che non ho più la freschezza di quando avevo vent'anni, ho quasi quarant'anni la mancanza di energie la avverto maggiormente ma cerco di fare al meglio delle mie possibilità, confesso che certi giorni a fine serata sono "morta". Gestire lo stress psicofisico per una persona che ha il sistema nervoso centrale danneggiato non è affatto semplice perché ogni variazione socio-ambientale può dare contrazioni muscolari; per me è come fare "ginnastica" da quando mi sveglio fino ad addormentarmi, si può capire quanto può essere stancante.

Lavorare mi fa sentire libera perché in futuro potrei essere totalmente autonoma economicamente. Non voglio accontentarmi del cosiddetto assistenzialismo di Stato perché voglio continuare a viaggiare, avere una casa mia ed essere assistita in quei ambienti scelti da me con tutte le mie cose o chissà farmi una famiglia mia. Quando morirà mia madre sarò sola al mondo e non voglio assolutamente essere collocata presso una casa di cura dove spesso vengono represse le aspirazioni e le personalità degli assistiti, soprattutto perché sono una persona pensante e fino ad ora ho vissuto una vita al massimo delle mie possibilità e capacità, sarebbe un "delitto" soffocare le mie libertà che mi sono guadagnata con fatica. In Italia si parla troppo poco "sul dopo di noi" e si fa ancora meno per attuarlo, la nostra società è ottusa e ha molte barriere mentali riguardo a questa tematica importantissima. I genitori delle persone con disabilità non vivono in eterno ed alcune non hanno altri familiari su cui contare. A parte che le persone con disabilità hanno diritto a vivere una vita autonoma in base alle loro competenze ed aspirazioni.

In questi tre mesi di inattività de "Le pillole di Valeria" avrei voluto scrivere una miriade di articoli su fatti di mio interesse. Un fatto tra tutti sono le proteste in Iran scoppiate dopo la morte di Masha Amini, una ventiduenne uccisa solo perché secondo la polizia morale portava il velo in modo non consono per i canoni prescritti dalle autorità; quando sento: "Donna, vita, libertà" gridato dalle giovani e dai giovani iraniani, a volte mi emoziono fino alle lacrime perché per me sono parole con significati particolarmente importanti nella mia vita. Per me questa volta gli iraniani riusciranno a rovesciare l'attuale regime degli Ayatollah in quanto non hanno leader ma sono giovani armati soltanto delle loro idee di libertà che stanno trascinando nella protesta anche altre fasce della società, scontente sotto vari punti di vista.