Festa dell’Europa: diritti, storia e futuro di un progetto comune
Dal sogno di Schuman alla Carta dei Diritti: perché il 9 maggio riguarda la salute, l'ambiente e l'inclusione di tutti.

Festa dell'Europa: diritti, diversità e un progetto da abitare
"L'Europa è solo burocrazia e regole inutili."
Un'espressione ricorrente, che racconta una certa distanza tra le istituzioni europee e la vita quotidiana delle persone. Eppure, ogni 9 maggio si celebra qualcosa che va ben oltre trattati e confini: la volontà, nata nel secondo dopoguerra, di costruire un'Europa unita, pacifica e fondata sui diritti.
In un'epoca segnata da crisi ambientali, tensioni sociali e nuove disuguaglianze, la Festa dell'Europa può sembrare una ricorrenza simbolica. Ma dietro quella data c'è una storia concreta, che ha contribuito a definire alcuni dei diritti fondamentali di cui si beneficia ancora oggi: la libertà di circolazione, la tutela della salute, la protezione dell'ambiente, la parità e l'inclusione.
Questo articolo offre una panoramica sul 9 maggio, tra storia e politiche europee, per riflettere sul valore reale e potenziale dell'Unione Europea.
Un po' di storia: da Schuman all'Unione
Il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman pronunciò una dichiarazione che segnò l'inizio del progetto europeo. Propose di mettere in comune la produzione di carbone e acciaio tra Francia e Germania, creando così un legame economico che rendesse impossibile un nuovo conflitto tra le due nazioni. Nacque così la CECA – Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio – primo nucleo di quella che diventerà l'Unione Europea.
Quella data è oggi simbolo della pace, della cooperazione tra Stati e del tentativo di costruire un'Europa unita non solo sul piano economico, ma anche su quello dei valori e dei diritti fondamentali. Una festa civile che invita a ricordare come l'integrazione europea sia nata come risposta concreta alla guerra, per difendere la dignità e la libertà dei popoli.
I diritti fondamentali: il cuore dell'Europa
Nel 2000, l'Unione Europea ha adottato la Carta dei diritti fondamentali, un documento che raccoglie in modo chiaro e moderno i principi su cui si fonda l'Europa: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. Dal 2009, con il Trattato di Lisbona, la Carta ha lo stesso valore giuridico dei trattati europei.
Non si tratta solo di parole su carta. La Carta afferma diritti civili e politici, come la libertà di espressione e il diritto a un processo equo, ma anche diritti sociali ed economici: dalla protezione dei lavoratori alla tutela della salute, dal rispetto della diversità culturale alla non discriminazione.
È questo il quadro di riferimento che orienta le politiche europee. E che permette di chiedere più coerenza, più giustizia, più attenzione a chi è in condizioni di vulnerabilità.
L'Europa nella vita quotidiana: salute, ambiente e inclusione
L'Unione Europea non è solo un insieme di istituzioni: le sue decisioni influenzano direttamente la vita delle persone, anche se spesso in modo poco visibile.
In ambito sanitario, l'UE ha un ruolo di coordinamento e supporto. Lo si è visto chiaramente durante la pandemia da SarsCov_2, con l'acquisto centralizzato dei vaccini e l'adozione del Green Pass europeo. Più in generale, l'Unione finanzia programmi per la salute mentale, la prevenzione, la ricerca e l'accesso equo ai servizi sanitari.
Per l'ambiente, l'Europa ha adottato il Green Deal: un piano ambizioso per rendere l'economia sostenibile, ridurre le emissioni e promuovere energie rinnovabili. Le norme europee guidano anche la qualità dell'aria, dell'acqua e la gestione dei rifiuti nei singoli Stati membri.
Sui diritti sociali e l'inclusione, la legislazione europea vieta ogni forma di discriminazione legata a genere, origine etnica, disabilità, età o orientamento sessuale. Esistono direttive specifiche sull'accessibilità, sulla parità salariale, sui diritti delle persone con disabilità.
Questi strumenti non risolvono tutto, ma offrono una base concreta su cui costruire società più giuste, solidali e inclusive.
Conclusione: un'Europa da abitare, non solo da celebrare
La Festa dell'Europa non è solo una ricorrenza istituzionale. È un'occasione per riflettere su un progetto politico e umano che, pur con le sue fragilità, ha contribuito a costruire uno spazio di diritti, pace e cooperazione.
Non si tratta di sognare un'utopia: si tratta di immaginare – e costruire – gli Stati Uniti d'Europa.
Un'Europa che parli con una sola voce quando si tratta di pace, diritti, ambiente e futuro.
Che non si accontenti di essere un mercato, ma scelga di essere una comunità.
Unita non solo dalla moneta, ma da una visione condivisa, da un progetto di civiltà.
Oggi si celebra l'Europa non solo come progetto politico, ma come casa comune di popoli diversi, uniti da valori condivisi. Il motto dell'Unione, Uniti nella diversità, esprime bene questa forza: la capacità di restare coesi nella pluralità di lingue, culture e storie. In un tempo in cui le differenze vengono spesso strumentalizzate, l'Europa ci ricorda che la diversità può essere una ricchezza.
Si può e si deve desiderare un'Europa che protegga i più deboli, che investa nella scuola, nella salute, nel lavoro dignitoso.
Un'Europa che offra ai giovani motivi per restare e strumenti per partire.
Un'Europa in cui ogni cittadino si senta parte attiva di un progetto comune, capace di rispettare le identità locali e, insieme, di aprirsi al mondo.
Non è un'illusione. È una necessità storica.