Spagna: c’è ancora tanto da fare sulla violenza domestica

09.12.2021

Il sistema giudiziario spagnolo non riesce a proteggere i minori da violenze ed abusi sessuali che subiscono dai loro genitori; per questo motivo i difensori di diritti umani hanno chiesto ai tribunali dellla Penisola iberica di superare i pregiudizi contro le donne ed applicare un approccio sensibile incentrato sul benessere del genere e dei bambini.

Anche nei casi in cui vi è una storia di violenza domestica o prove di abuso, le decisioni delle Corti spesso tendono a favorire il padre, persino in quei casi in cui vi sono fondati motivi per sospettare che abusino sui bambini e sulla loro madre. Tale problema nasce dall'esistenza di un pregiudizio retrogrado discriminatorio che fa pesare di più la testimonianza del "sesso forte" rispetto a quella del "sesso debole"; in questo modo la donna ha ancora meno probabilità di essere creduta quando denuncia le violenze fisiche e sessuale del partner commesse su sé stessa e/o i loro figli.

La suddetta richiesta scaturisce anche dal caso di Diana García M., che in primo grado, ha perso la custodia della figlia di 6 anni dopo essere stata accusata di aver ostacolato il rapporto tra la bambina e il padre. Nonostante la storia di violenze domestiche e le prove accertate di abusi sessuali perpetrati, tra l'altro per anni, sulla piccola; il padre è riuscito ad ottenere la piena custodia della figlia.

Casi di questo tipo, cioè di madri che perdono l'affidamento della prole a causa di padri violenti, si hanno da decenni.

La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia traccia linee guida ben definite; ma i tribunali tendono sempre a pensare che l'interesse superiore del minore sia quello di mantenere un legame con i genitori anche se violenti ed abusanti.

A volte, le genitrici sono accusate anche del fenomeno dell'"alienazione genitoriale o parentale" che significa mettere in cattiva luce l'altro genitore rendendogli difficile il rapporto con i figli oppure tagliandolo proprio; per tal ragione i giudici tendono a "punirle" anziché darli protezione.

Le teorie sull'"alienazione genitoriale o parentale" sono vietate dalla recente legislazione spagnola, però spesso utilizzate da un sistema giuridico patriarcale o meglio da atteggiamenti macisti radicati nella mente delle persone.

C'è una crescente preoccupante ondata contro la parità di genere, in diversi Stati, vari gruppi anti-diritti dipingono i diritti delle donne come "anti-famiglia". Tali teorie pseudoscientifiche e regressive vanno a discapito della discriminazione delle donne e soprattutto dei minori contesi.

Casi di violenza domestica e di contenzioso per la custodia della prole rappresentano trattamenti crudeli, inumani o degradanti, o addirittura una tortura; i sistemi giudiziari sono tenuti ad applicare decisioni eque e non discriminatorie ed adottare misure efficaci per prevenire tali deplorevoli situazioni.

Fonte:

https://news.un.org/es/story/2021/12/1501202