Ridurre i rischi per avere un futuro sicuro

25.05.2022

In questi giorni si sta svolgendo la settima Piattaforma Globale per la Riduzione del Rischio delle Catastrofi, primo consesso internazionale a trattare tale tema dall'inizio della pandemia SarsCov_2, che riunisce i governi, le Nazioni Unite e le principali parti interessate. Durante la tre giorni si farà il punto su un accordo siglato nel 2015 e noto come Sendai Framework, questo aspira a preservare i benefici dello sviluppo dal rischio delle calamità. Ormai si è presa coscienza che le decisioni che si prendono ed attuano giocano un ruolo principale per prevenire cataclismi; se si vuole veramente un futuro più sicuro, sostenibile ed equo per ogni individuo del Pianeta, si devono mettere in campo misure assai solide per quanto riguarda la prevenzione e la riduzione del rischio, per la ragione che i recenti disastri naturali di qualsiasi genere stanno mandando in fumo gli sforzi globali per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS).

Sulla base di questo fatto incontrovertibile si deve obbligatoriamente garantire una migliore coerenza ed attuazione del nesso allo sviluppo umanitario, il che dovrebbe configurare un'ottimizzazione della governance del rischio. Attualmente le cose si sono invertite, cioè la creazione di rischi sta superando la riduzione degli stessi. Ad oggi non sussistono protocolli di governance per gestire i rischi e mitigarne l'impatto; per dare un impulso al cambiamento il Global Assessment Report 2022 dell'ONU illustra i modi in cui i sistemi di governance possono evolversi per affrontare meglio i rischi sistemici.

Una miglior governance e l'evoluzione dei sistemi non servono a nulla senza imponenti investimenti per raccogliere "ecosistemi di dati" che possano anticipare, prevenire e rispondere meglio a minacce complesse; per ottenere i cosiddetti "ecosistemi di dati" occorre lo sviluppo congiunto dell'analisi dei rischi e l'investimento nel coordinamento e nell'infrastruttura dei dati che consentano la condivisione delle conoscenze e un'azione comune ed anticipata, tali strumenti permetteranno di effettuare valutazioni immediate e celeri dei rischi complessi, così affinando soluzioni mirate e valide.

Ovviamente paesi meno sviluppati e piccoli Stati insulari non hanno risorse sufficienti per la prevenzione dei rischi e quando avvengono disastri hanno conseguenze sproporzionate, per questo motivo è necessario sostenerli nelle pratiche della prevenzione e di riduzione dei rischi; anche perché le catastrofi possono spazzare via decenni di crescita economica con ripercussioni a lungo termine riguardanti soprattutto le fasce più deboli ed emarginate della società.

Prevenzione dei rischi vuol dire anche allarme precoce per salvare vite, la fornitura di sistemi di allarme rapido è sicuramente una misura utile che fornisce un notevole ritorno sull'investimento. Alla luce di tale evidenza le Nazioni Unite hanno chiesto all'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) di proporre un piano d'azione alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27), affinché ciascun soggetto di tutto il mondo sia coperto da sistemi di allarme rapido entro cinque anni.

Su questo fronte i settori pubblico e finanziario possono avere un peso apicale proprio "a prova di rischio" in quanto "prevenire è meglio che curare", investire sulla prevenzione è molto meno costoso che spendere per porre rimedio alle catastrofi e i governi devono tenere conto dei quadri finanziari per incentivare la riduzione del rischio; non è solo una questione di risparmio ma senza prevenzione l'Uomo si distruggerà da solo e lo sta già facendo, eventi che avvengono dall'altra parte del mondo hanno effetti pure sul versante opposto perché esiste una correlazione di circostanze.

Per altri approfondimenti:

https://globalplatform.undrr.org 

https://www.preventionweb.net/files/43300_sendaideclaration.pdf 

https://www.undrr.org/media/79595/download 

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