Proteste in Guatemala per spazzare via fame e corruzione

05.12.2020

Il Guatemala è una repubblica presidenziale del Centro America. Già prima della pandemia da SarsCov_2 era dilaniato da povertà, malnutrizione, corruzione e narcotraffico. 

Ora, con il Covid, è sprofondato in una crisi ancora più attanagliante. 

Dal sabato 21 novembre, collettivi studenteschi di università pubbliche e private insieme a quelli femministi e a rappresentanti delle popolazioni autoctone, organizzano proteste contro il Presidente Alejandro Giammattei e il suo Governo.  Anche il suo vice, Guillermo Castillo, lo ha invitato a dimettersi, insieme, perché il Paese "non si sente bene". 

I rappresentanti degli studenti hanno dichiarato: "Chiediamo alla popolazione generale di unirsialle nostre azioni". Stanno manifestando il loro dissenso dopo che Gianmattei ha presentato un progetto di bilancio dello Stato per il 2021, del tutto incoerente con la situazione attuale, in quanto pone tagli importanti in ambito sociale. 

Secondo i manifestanti il governo è corrotto. Per risolvere la discordia, il Congresso, alcuni giorni dopo, ha sospeso il bilancio; al contempo, Castillo e Giammattei, hanno indetto una conferenza stampa per appianare le loro beghe. Nonostante tutto, le proteste si stanno ripetendo ogni sabato. 

All'opposto gli organizzatori delle manifestazioni si battono fortemente per la necessità di cambiamenti strutturali, per migliorare il paese, sottolineando che: "il problema non è il budget, ma il sistema esclusivo, razzista e patriarcale". 16 milioni di guatemaltechi, pari al 59 per centodella popolazione, vivono sotto la soglia di povertà. 

Tali proteste sono appoggiate da moltissime ONG e dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, in quanto numerosissimi rapporti di organizzazioni internazionali dimostranoche il Guatemala è uno dei paesi più poveri e corrotti dell'America Latina.