#Pegasus ci spia e l’ONU chiede normative adeguate per lo spyware nel rispetto dei diritti umani

21.07.2021

   Dopo che si è scoperto che Pegasus, malware  israeliano, veniva usato (da vari Stati) per spiare migliaia di persone, non per questioni di sicurezza ma per mero spionaggio; l'ONU chiede leggi conformi per lo spyware.

Secondo un Report, stilato da varie organizzazioni, c'è stato un largo abuso del software, non per contrastare criminalità e terrorismo; bensì per spiare politici di altissimo rilievo, giornalisti, difensori di diritti umani, attivisti ed oppositori politici; non si può essere sorvegliati ed intercettati, per giunta con una strumentazione molto invasiva, se si hanno comportamenti legittimi.

È estremamente preoccupante e pericoloso che le autorità usino malware per spiare messaggi, foto ed e-mail, registrare chiamate e persino attivare microfoni di oltre 50.000 soggetti senza fini di pubblica sicurezza o investigativi, ancora di più lo è se lo fanno in modo illegale.

Tali sistemi non possono essere utilizzati per incutere timore ed indurre le persone ad auto-censurarsi; addirittura Pegasus è legato all'arresto, all'intimidazione e persino all'uccisione di giornalisti e difensori di diritti umani.

Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite, ha riferito che queste categorie di professionisti sono indispensabili per le società democratiche e quando vengono messe a tacere, ne soffre l'intero Stato; inoltre, ha detto che le misure di sorveglianza possono essere messe in uso solo in circostanze ben definite, quando necessarie e proporzionate a un obiettivo legittimo; in quanto provocano intercettazioni estremamente intrusive nei device, che ormai contengono ogni tipo di informazione del proprietario, e quindi captano dati su qualunque aspetto della vita; perciò è essenziale che vengano utilizzati per indagini per reati gravi o minacce alla pubblica sicurezza. Ora si è superato, più volte, il limite dei rispetto dei diritti umani con la totale impunità.

Le aziende che sviluppano e distribuiscono tali software hanno la responsabilità di evitare le violazioni dei diritti umani, adottando misure immediate per mitigare e porre rimedio ai danni. Oltre a questo, gli Stati devono tutelare i cittadini dagli abusi sulla privacy eseguiti da parte delle industrie di spionaggio.

È fondamentale che si adotti una normativa che faccia rispettare alle imprese i diritti umani, essendo più trasparenti nella progettazione e nell'uso dei prodotti, mettendo in atto meccanismi di responsabilità efficaci. In più, c'è urgente necessità di regolamentare meglio la vendita, il trasferimento e l'uso delle tecnologie di sorveglianza e garantire una stretta supervisione e autorizzazione.

D'altro canto, i governi dovrebbero non usare tecnologie che violano i diritti umani; ma anche regolare la distribuzione, l'uso e l'esportazione della tecnologia di sorveglianza creata da altri, per proteggere dalle invasioni della privacy.

Senza quadri normativi conformi ai diritti umani, c'è il rischio evidente che i software in questione possano essere utilizzati per intimidire e mettere a tacere il dissenso.

Fonte:

https://news.un.org/en/story/2021/07/1096142