#MarinaOvsyannikova: la giornalista russa che ha detto “guerra” in diretta TV

15.03.2022

La giornalista Marina Ovsyannikova del canale della TV di Stato ha fatto "irruzione", nello studio dove si trasmetteva il telegiornale, con un cartello dove erano disegnate le bandiere dell'Ucraina e della Russia e con la seguente scritta: "No alla guerra. Mettete fine alla guerra. Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo. Russi contro la guerra"; questa immagine è durata pochi secondi perché la regia ha sviato su altre immagini, ma è stata vista da miliardi di persone in tutto il mondo, non solo in Russia.

La Ovsyannikova in un video precedentemente registrato per i social ha spiegato il gesto dicendo che i suoi genitori sono uno russo e l'altro ucraino, lei si è stancata di dare alito alla propaganda, iniziata nel 2014 con la guerra nel Donbass e poi continuata con l'avvelenamento di Aleksej Anatol'evič Naval'nyj attivista russo di origine ucraina, che continua la sua battaglia dal carcere.

Mosca ha bollato l'episodio come atto di teppismo, ma la giornalista, arrestata e interrogata, è sparita per 14 ore ed è poi riapparsa in tribunale con il suo avvocato; processata per direttissima, è stata condannata per manifestazione non autorizzata a una multa di 30mila rubli pari a 250 euro.

Per ora se l'è cavata con così poco anche perché la vicenda ha avuto grande rilevanza internazionale, tanto che Emmanuel Macron ha fatto partire le pratiche per darle asilo politico nell'ambasciata francese e l'Ufficio per Diritti Umani dell'ONU, che sta seguendo con particolare attenzione questo caso, ha chiesto alla Russia di non vendicarsi contro la giornalista per la sua libertà di espressione.

Dall'inizio "dell'operazione militare speciale" circa 15.000 persone sono state arrestate in Russia per aver protestato contro la guerra, alcune sono state rilasciate dopo alcuni giorni e altre sono ancora in carcere, purtroppo neppure l'ONU ne conosce il numero esatto.