L’Italia nel 2021 è cresciuta del 6,5%

31.01.2022

ora fondamentale consolidare la crescita

Il 2021, per l'economia italiana, è stato molto prospero; infatti il PIL è cresciuto del 6,5% rispetto al 2020, meglio del 2,8% della Germania. Numeri così non se ne vedevano dagli anni '70, dal boom economico del dopoguerra; però ci sono nubi all'orizzonte, per il 2022 si prevede una frenata provocata dall'aumento del GAS.

Questa ripresa è dovuta a una crescita spontanea e potenziata scaturita dai lavoratori e dalle imprese, che grazie agli aiuti governativi, hanno mostrato vitalità e grande capacità di reazione per risollevarsi da un 2020 catastrofico.

L'Italia è ritornata ai livelli pre-pandemici, ma ora la sfida è crescere a tassi ben superiori a quelli del ventennio precedente attuando le precise riforme richieste dal PNRR. I principali ostacoli alla prosperità economica sono l'andamento dell'inflazione indirizzati dai consistenti aumenti dei costi nel comparto energetico, dal rialzo dei tassi di interesse e dei prezzi al dettaglio, dalla politica internazionale che ovviamente avranno ripercussioni sui consumi delle famiglie e sui conti delle aziende. Altra incognita della ripresa sarà l'evoluzione pandemica nei prossimi anni. Di conseguenza, la crescita si trova in una fase delicata, bisogna stabilizzare la ripresa continuando a fornire ingenti sostegni ai settori maggiormente colpiti dalla crisi sanitaria e fare riforme strutturali e vere al sistema economico-politico italiano. I politici si devono mettere seriamente in gioco perché ci sono a rischio 6,4 miliardi di consumi.

Detto ciò in Italia non sono mancate anche le maxi truffe a spese dello Stato; a parte i "furbetti del reddito di cittadinanza" che hanno riscosso illecitamente decine di migliaia di euro, la Guardia di Finanza con l'operazione "free credit" ha sventato una frode per 440 milioni di euro. Per decine di professionisti e criminali mafiosi di tutta Italia la pandemia SarsCov_2 è diventato una golosissima occasione per arricchirsi ancora di più attraverso la cessione crediti d'imposta fasulli.