#InternationalDayToEndViolenceAgainstSexWorkers: un silenzio assordante!
Per rimembrare gli efferati delitti di "The Green River Killer", che nella città di Seattle tra gli anni '80 e '90, ha ucciso 49 prostitute "per pulire le strade"; dal 2003 si celebra, il 17 dicembre, la Giornata internazionale per porre fine alla violenza contro le prostitute.
Col tempo il significato di questa giornata è cambiato, dandosi lo scopo di dare voce a tutte le prostitute che subiscono ogni tipo di maltrattamento e abuso, esercitando il loro lavoro.
Troppo spesso ci si dimentica che la professione più antica del mondo, non viene fatta per scelta o per diletto, ma per necessità o per ricatto da persone in carne e ossa che hanno gli stessi diritti umani di chiunque. Quindi la società non deve, in alcun modo, far finta di niente; giustificandone il fatto con norme morali e religiose.
Infatti, questa giornata non è una questione sulle posizioni, ma riguarda la lotta per l'uguaglianza davanti alla legge. Il diritto che ogni essere umano ha di vivere bene, di sentirsi al sicuro, di essere rispettato e di godere di un ambiente tollerante.
Nemmeno SarsCov_2 ha fermato la prostituzione. I professionisti del sesso hanno adottato misure di protezione nei confronti del COVID offrendo i propri servizi in sicurezza durante il lockdown; viceversa chi è sotto sfruttamento, è costretto ad andare anche a domicilio per poter sopravvivere.
Per mostrare vicinanza alla causa si può partecipare ad eventi che organizzano le organizzazioni, oppure dimostrando sostegno attraverso l'hashtag
#InternationalDaytoEndViolenceAgainstSexWorkers #NoalaViolenciaContralasTrabajadorasSexuales.