#G8Genova2001: la CEDU rigetta il ricorso dei condannati

20.07.2021

A vent'anni dal G8 di Genova del 2001, la "macelleria rusticana" dei giorni nostri, dove per giorni è stata sospesa la democrazia, lo Stato di Diritto e ogni tipo di tutela che ogni persona (colpevole o innocente) presa in custodia dalle autorità; la CEDU ha rigettato il ricorso dei poliziotti condannati per i fatti, a dir poco agghiaccianti ed orribili, avvenuti alla scuola Diaz; bollandolo come "irricevibile", in quanto "Alla luce di tutte le prove di cui dispone la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli" e quindi le accuse "sono manifestamente infondate".

Il ricorso presentato sottolineava che: "l'esame condotto dalla Corte di Cassazione non è stato effettivo ed equo, poiché la stessa non ha realmente preso in considerazione, confutandole, le ragioni di doglianza esposte dai ricorrenti (...). In particolare la violazione delle disposizioni normative sopra richiamate deve essere individuata, sia in relazione alla sentenza della Corte di Appello che ha ribaltato il giudizio di assoluzione del Tribunale, che in relazione alla sentenza della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso degli odierni esponenti, nei seguenti profili che di seguito di sintetizzano: nell'aver affermato la Corte di Appello di avere integralmente riportato la relazione di servizio dell'agente Nucera, quando invece la stessa è stata riportata solo in parte, restando esclusa proprio quella parte in cui è scritto che vi erano due incisioni sul corpetto protettivo (prova inconfutabile del fatto che non esistono due versioni del fatto ma una sola) e che si era accorto di essere stato accoltellato solo in un secondo momento".

Nella sentenza si legge: "riunitasi il 24 giugno 2021 in veste di giudice unico ai sensi degli articoli 24.2 e 27 della Convenzione, ha esaminato il ricorso summenzionato come è stato presentato. Il ricorso si basa sull'articolo 6.1 della Convenzione. Alla luce di tutte le prove di cui dispone, la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne consegue che queste accuse sono manifestamente infondate ai sensi dell'articolo 35.3 a) della Convenzione. La Corte dichiara il ricorso irricevibile".

Si deve evidenzia che Genova non è la città migliore per ospitare grandi eventi con manifestazioni; le nozioni minime di ordine pubblico, intelligence e criminologia, dicono che alle manifestazioni si devono lasciare "vie di fuga" per consentire d'allontanarsi velocemente per qualunque motivo; per come è strutturata tale città, con le sue viuzze, si creano colli di bottiglia che non agevolano la fuga.

I fatti del G8 di Genova: i pestaggi nelle strade, la morte di Carlo Giuliani, il massacro della scuola Diaz e "l'inferno" di Bolzanetto non sono stati fatti per fermare i black block che hanno agito e sono scappati, per la maggior parte, indisturbati e tranquillamente; bensì per distruggere il movimento "no global" perché sono state pestate, uccise, torturate, violentate e detenute illegalmente, persone, giornalisti e medici con mani alzate e anche bambini in braccio, con protezioni costruite con cartone, gommapiuma, cotone e nastro adesivo o che stavano lavorando o dormendo serenamente; le autorità hanno insabbiato e fabbricato prove false per giustificare quel colossale orrore degno delle maggiori dittature di questo mondo, non di certo di uno Stato democratico e di Diritto. Le persone colpite hanno avuto anche conseguenze permanenti.

Vent'anni dopo il movimento Genoa Social Forum No Global è quasi stato stroncato, ma sono nati altri movimenti e soprattutto i Grandi del mondo, con gli Accordi di Parigi, hanno sottoscritto le stesse istanze che chiedeva quel movimento... e allora perché sottoporre uno Stato democratico a quei soprusi?