EIGE: #Spagna al sesto posto nell’uguaglianza di genere
Un nuovo report dell' dall'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere (EIGE) indica che Svezia (89,9 punti), Danimarca e Paesi Bassi sono in cima all'indice annuale prodotto dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, mentre alle ultime posizioni si trovano la Grecia, l'Ungheria e la Romania. La media europea è di 68 punti, appena 0,6 in più rispetto ad un anno prima. Secondo questa classifica nessuna nazione europea gode della piena uguaglianza, la strada da percorrere sarà ancora lunga decenni. Lussemburgo, Lituania e Paesi Bassi sono migliorati rispetto al rapporto precedente, viceversa la Slovenia è l'unico Paese che retrocede.
In questa scala, con 73,7 punti, la Spagna è il sesto paese con i più alti livelli di uguaglianza tra uomini e donne nell'Unione europea, salendo di due posizioni rispetto all'indice precedente.
Due aspetti fondamentali hanno favorito il miglioramento del Paese iberico. Il primo è il fattore della sanità che misura l'accesso ai servizi sanitari, con buoni risultati grazie alla rete pubblica spagnola; il secondo è quello che misura la distribuzione del potere politico. Grazie alla Ley de Igualdad del 2007 si registra una presenza equilibrata di entrambi i sessi in Parlamento, sempre al di sopra del 40% (il minimo fissato dalla suddetta legge). Peccato che questo non si rifletta nelle società private, dove la legge include la parità solo come raccomandazione; infatti nelle principali aziende le donne occupano solo il 31% delle posizioni di potere.
Il principale punto a sfavore della Spagna nell'uguaglianza, è quello che misura la distribuzione del tempo (relativo a quanto tempo le donne trascorrono impegnate nella cura di persone fragili e in lavori domestici), dove ottiene 64 punti ed è al di sotto della media europea; di conseguenza non dispongono di tempo libero sufficiente per sé stesse.
Un altro punto a sfavore è il divario salariale. Secondo i dati del 2019 dell'EIGE, le donne guadagnano in media il 14% in meno degli uomini; questa differenza è ancora più tra le donne più anziane, che guadagnano fino al 37% in meno rispetto agli uomini della loro età, mentre nel caso delle più giovani la differenza è appena del 2%. Il tasso di occupazione full time è aumentato di appena due punti (dal 37% al 39%) per le donne dal 2010 ed è del 52% per gli uomini; questo divario è più ampio quando si confrontano le coppie con bambini.
Per concludere, l'EIGE ha analizzato i legami tra salute e uguaglianza di genere. Gli anni della pandemia sono stati disastrosi; per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva, l'istituto ricorda che i tassi di natalità sono diminuiti: "Disturbi psicologici, incertezza economica e aumento del lavoro di cura non retribuito per le donne, hanno portato le coppie ad avere figli più tardi o a non averli". È essenziale che la politica integri l'uguaglianza di genere nella salute ed adotti altre misure di recupero in modo che tutti ne traggano beneficio. La grande crisi sanitaria globale provocato da SarsCov_2 ha causato il manifestarsi di gravi battute d'arresto nella parità di genere. L'impatto economico è stato più evidente nella vita delle donne, mentre l'aspettativa di vita degli uomini è diminuita.
Fonte:
https://eige.europa.eu/sites/default/files/documents/mhaf21001enn_002.pdf