#COVID19: lascia 100 milioni di bambini con problemi di analfabetismo di base
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Un nuovo studio dell'UNESCO, rivela che oltre 100 milioni di bambini in più del previsto, non ha il livello minimo di competenza nella lettura; questo disastro generazionale è dovuto alla chiusura delle scuole legate alla pandemia SarsCov_2.
Nel 2020, i bambini con problemi di analfabetismo sono passati da 460 a 584 milioni; oltre il 20% in più. Praticamente in un solo anno sono stati annientati due decenni di guadagni in termini di istruzione.
Per ritornare al livello pre-pandemico ci vorrebbe un decennio; ma "se vengono compiuti sforzi eccezionali per fornire corsi e strategie di recupero" la ripresa potrebbe avvenire entro il 2024.
Secondo un'indagine congiunta dell'UNESCO e dell'UNICEF solo un quarto degli studenti beneficia di un'istruzione di recupero.
Si è stabilito che dall'inizio della pandemia i servizi educativi scolastici, tra chiusure totali e parziali, sono stati interrotti in media 25 settimane. In America Latina, nei Caraibi e nell'Asia centrale e meridionale ci sono state le più alte perdite di apprendimento.
Nel caso latinoamericano, alla fine del 2020 solo il 42% dei bambini all'ultimo anno di scuola secondaria era in grado di leggere senza difficoltà; mentre nel 2019 quella cifra era del 55%. La media mondiale è scesa dal 41% al 34% nello stesso periodo.
Il Nicaragua e la Guyana francese sono stati i due paesi con la più bassa perdita dell'anno scolastico, con una media compresa tra il 10% e il 34%; invece all'opposto si trovano Brasile, Paraguay, Bolivia, Guatemala, El Salvador, Honduras, Costa Rica e Panama, con una media dal 75% all'89%.
In tutto il mondo gli Stati stanno adottando sempre più misure per mantenere le scuole almeno parzialmente aperte; però il numero di studenti colpiti dalle chiusure non è significativamente variato.
Attualmente gli istituti completamente aperti sono in 107 paesi, si trovano in Africa, Asia ed Europa; ne usufruiscono 400 milioni di studenti dalla scuola materna a quella secondaria.
Gli edifici scolastici parzialmente aperti per alcuni gradi, o con una frequenza ridotta di persona sono in 70 paesi in varie parti del mondo; questo colpisce circa i due terzi della popolazione studentesca mondiale, quasi un miliardo di studenti.
La chiusura delle scuole in 30 paesi ha un impatto su circa 165 milioni di studenti.
Per far fronte a ciò, l'UNESCO chiede che riaprano con maggiore sostegno agli insegnanti, più iniziative per prevenire l'abbandono scolastico degli alunni e un'accelerazione verso la disponibilità di strumenti per l'apprendimento digitale. Purtroppo il 65% dei governi nei paesi a basso reddito ha ridotto i fondi per l'istruzione, rispetto al 35% negli Stati ad alto reddito. Invece, l'educazione dovrebbe avere la priorità su tutti gli altri settori produttivi in egual misura in tutto il globo, perché i bambini e i ragazzi sono il futuro dell'umanità. Non tutti godono della fortuna di avere una famiglia o di un entourage che supplisca all'educazione scolastica, né posseggono una rete digitale ed apparecchiature elettroniche a componente per nucleo familiare.
La Global Education Coalition è nata per supportare la continuità dell'apprendimento, la Coalizione ha 170 partner di svariate provenienze in circa 100 paesi.
Almeno 400 milioni di scolari e 12 milioni di insegnanti stanno beneficiando direttamente o indirettamente delle azioni della Coalizione, anche attraverso l'accesso a piattaforme online di nuova costituzione, risorse educative, curricula digitalizzati e formazione.
Fonte:
https://news.un.org/en/story/2021/03/1088392
https://news.un.org/es/story/2021/03/1490142
https://en.unesco.org/covid19/educationresponse/globalcoalition
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