#SprecoAlimentare: non è solo un problema dei paesi ricchi
L'Agenzia ONU per l'Ambiente indica che quasi un quinto di tutto il cibo del mondo viene gettato nei rifiuti; questo avviene nei negozi, nelle case, nei ristoranti ed in altri servizi di ristorazione, è un problema globale che riguarda sia i paese ricchi che quelli poveri. La Nigeria, ad esempio, è tra i paesi che sprecano di più con 189 chili pro capite all'anno, rispetto ai 59 negli Stati Uniti. In Messico si sprecano 94 chili, in Spagna 77, e in Colombia, 70.
Il Rapporto sull'Indice dei Rifiuti Alimentari 2021, pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e l'organizzazione WRAP, rileva che circa 931 milioni di tonnellate di cibo, ovvero il 17% del cibo totale disponibile per i consumatori nel 2019 sono andate sprecate. Per rendere meglio il quantitativo, il peso di quel cibo è di circa 23 milioni di camion da 40 tonnellate a pieno carico, che allineati farebbero il giro della Terra sette volte.
Il Rapporto presenta la raccolta di dati, l'analisi e il modello più completi fino ad oggi sullo spreco alimentare e fornisce una metodologia per i paesi per effettuare le proprie misurazioni. Sono stati individuati 152 punti per misurare lo spreco alimentare in 54 paesi.
Tale ricerca evidenzia che la maggior parte degli alimenti viene sprecato per l'11% dalle famiglie, mentre i servizi di ristorazione il 5%, e gli esercizi commerciali il 2%. A livello globale, pro capite, ogni anno vengono sprecati 121 chilogrammi di cibo per consumatore.
Ovviamente tutto questo spreco alimentare è molto impattante a livello di cambiamenti climatici. Infatti tra l'8% e il 10% delle emissioni totali di gas serra sono associate al cibo che non viene consumato, se si tiene conto di tutto il processo produttivo.
Riguardo a ciò Inger Andersen, Direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, ha asserito che una riduzione dello spreco alimentare ridurrebbe le emissioni di gas serra, il tasso di sfruttamento del suolo e di conseguenza l'inquinamento. Allo stesso tempo migliorerebbe la disponibilità di cibo, ergo ridurrebbe la fame nel mondo; se si producesse meglio e solo lo stretto necessario si risparmierebbe denaro in un periodo di recessione globale. Se si vuole prendere sul serio la lotta al cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, inquinamento e rifiuti, allora le aziende, i governi ed ogni cittadino di tutto il mondo dovrebbero fare la loro parte per ridurre lo spreco alimentare.
Su questo punto, i paesi possono aumentare il loro contributo al contenimento del riscaldamento globale in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 includendo misure per ridurre lo spreco alimentare, rafforzando al contempo la sicurezza alimentare e riducendo i costi per le famiglie. Tutti questi temi sono interconnessi, se si vuole un futuro equo e sostenibile bisogna avere ampie vedute.
Un'altra voce molto autorevole è Marcus Gover, CEO di WRAP; il quale ha riferito che per molto tempo lo spreco alimentare è stato considerato un problema solo dei paesi ricchi, ma dal Rapporto sull'Indice dei Rifiuti Alimentari si è visto che non è così. Se non si prenderanno misure urgenti entro i prossimi nove anni l'obiettivo 12.3 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile non si potrà mai realizzare.
Tale Goal mira a dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto. Uno dei due indicatori dell'obiettivo è il tasso di spreco alimentare.
Per far si che questo obiettivo si realizzi la suddetta agenzia ONU invierà gruppi di lavoro regionali in modo tale di aiutare i paesi a misurare lo spreco alimentare, monitorare i progressi che possono fare verso il suo raggiungimento e progettare strategie nazionali per prevenirlo.
Già prima della grande crisi pandemica planetaria del 2020, 690 milioni di persone erano colpite dalla fame, questo dato con l'avvento della SarsCov_2 è peggiorato; in più 3 miliardi di persone sono incapaci di permettersi una dieta sana, perché il cosiddetto "cibo spazzatura" costa nettamente meno. In tale contesto i consumatori hanno bisogno di sostegno per ridurre lo spreco alimentare nelle loro case. La prevenzione dello spreco alimentare è un punto fondamentale nelle strategie di recupero COVID-19.
Fonte:
https://news.un.org/es/story/2021/03/1489102
Per altri approfondimenti:
https://www.fao.org/fileadmin/templates/nr/sustainability_pathways/docs/FWF_and_climate_change.pdf