#Latam: verso l'eliminazione totale del lavoro minorile

17.02.2021

L'obiettivo 8 dell'Agenda 2030 sostiene il lavoro dignitoso per tutti, e la crescita economica duratura e sostenibile; in particolare l'8.7 afferma: "Prendere provvedimenti immediati ed effettivi per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l'impiego dei bambini soldato, nonché porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma.".

Questo è l'Anno internazionale per l'eliminazione del lavoro minorile nell'America Latina. I governi della regione, le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori e la società civile si stanno unendo per porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.

Guy Ryder, Direttore generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, pensa che sia un'opportunità imperdibile per superare le conseguenze drammatiche, sulla vita presente e futura dei giovani, provocate dalla pandemia SarsCov_2. Tutte le parti coinvolte richiedono un'azione urgente ed efficace per abolire l'impiego infantile, ha riferito.

D'altro canto Ryder ha ricordato che sono stati fatti passi da gigante in materia. Nel periodo tra il 2000 e il 2016, il numero di bambine, bambini e adolescenti che lavorano è diminuito di 100 milioni. Nel 2020 la Convenzione 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile ha ottenuto la ratifica universale e mondiale; ma il grande flagello che si è abbattuto, nello stesso anno, sull'intera umanità ha fatto invertire la rotta. Il COVID-19 ha aumentato la povertà, diminuendo i redditi familiari; purtroppo a causa dei forti e lunghi confinamenti le scuole sono state chiuse e non tutti hanno potuto usufruire della didattica a distanza.

Riguardo a ciò per Alicia Bárcena, segretaria esecutiva di ECLAC, il lavoro minorile è il prodotto e l'origine di catene di disuguaglianza. Con l'avvento della crisi pandemica potrebbe esserci stato un aumento significativo del tasso di lavoro minorile nella regione, il che implicherebbe che almeno tra 109.000 e 326.000 bambini e adolescenti potrebbero essere impiegati nel mercato del lavoro, aggiungendosi ai già 10,5 milioni che si trovano in questa situazione.

Ora è indispensabile universalizzare l'accesso alla protezione sociale e sanitaria e concedere un reddito di emergenza di base a bambini e adolescenti, soprattutto garantire un'istruzione per tutti senza discriminazioni con standard di qualità e con adattamento alle nuove tecnologie. Bárcena ha dichiarato: "Ora più che mai, i bambini e gli adolescenti devono essere al centro delle priorità di azione e quindi è urgente rivitalizzare le alleanze tra governi, datori di lavoro, lavoratori, società civile e cooperazione internazionale per intensificare gli sforzi in modo che nel prossimo futuro l'America Latina e i Caraibi saranno la prima regione al mondo a porre fine al lavoro minorile".

In più Youssouf Abdel-Jelil, vicedirettore regionale del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia in America Latina e nei Caraibi, ha evidenziato l'importanza di individuare i casi di lavoro minorile ristabilendo i diritti.

Alcuni casi sono agghiaccianti. Ad esempio quello della piccola Sofía Mauricio, che all'età di 7 anni, dalla zona rurale del Perù è andata, per aiutare la famiglia, a servizio da una famiglia di Lima, dove è stata vittima di abusi, sfruttamento e violenza sessuale; però non poteva dire niente a nessuno perché era sotto minaccia.

Per concludere, per un mondo più equo, giusto, nonché più sostenibile per tutti è basilare abolire il lavoro minorile.

Fonte:

https://news.un.org/es/story/2021/02/1487972 

Per altri approfondimenti:

https://unric.org/it/obiettivo-8-incentivare-una-crescita-economica-duratura-inclusiva-e-sostenibile-unoccupazione-piena-e-produttiva-ed-un-lavoro-dignitoso-per-tutti/