Centinaia di milioni di donne e ragazze non hanno autonomia decisionale sul proprio corpo

15.04.2021

Il New State of the World Population Report 2021 - My Body belongs to me: Claiming the right to autonomy and self-determination del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, evidenzia che quasi la metà delle donne in 57 paesi in via di sviluppo non ha potere decisionale sul proprio corpo. Questo significa che non possono decidere in autonomia se e quando avere rapporti con i propri partner, se contraccettivi o cercare assistenza sanitaria; senza avere paura di ritorsioni o qualcun altro che decida per loro.

L'UNFPA sostiene che non avere autonomia corporea ha considerevoli conseguenze a catena che vanno al di là dei danni provocati alla singola persona; infatti, ne va della loro produttività, il deterioramento delle competenze e si avranno costi aggiuntivi derivanti per i sistemi giudiziari e sanitari.

Il suddetto rapporto analizza anche il grado di sostegno o di interferenza legislativa dei paesi sul diritto di una donna di prendere tali decisioni. Inoltre, i dati rilevano che c'è una fortissima correlazione tra il potere di autodeterminarsi e i livelli di istruzione superiore.

Negli Stati in cui sono disponibili dati, indicano che:

  • Solo il 55% delle donne ha il pieno potere di prendere decisioni relative all'assistenza sanitaria, alla contraccezione e alla capacità di dire sì o no a rapporti sessuali;
  • Solo il 71% garantisce l'accesso a servizi completi di maternità;
  • Solo il 75% tutela legalmente un pieno ed equo accesso alla contraccezione;
  • Quasi l'80% possiede leggi che salvaguardano la salute e il benessere sessuale;
  • Solo circa il 56% ha norme e politiche a supporto di un'educazione sessuale completa.

Natalia Kanem, CEO dell'UNFPA, ha riferito che queste cifre dovrebbero indignare tutti; è impensabile che quasi la metà delle donne non possano tuttora decidere autonomamente se fare sesso o meno, usare la contraccezione o rivolgersi a servizi sanitari; il che significa che centinaia di milioni di donne e ragazze non sono padrone del proprio corpo, sono soggiogate da altri.

La relazione dice che: venti paesi o territori impongono di sposarsi con lo stupratore, quindi l'uomo non incorre in nessun illecito penale; di contro, la moglie, in moltissimi casi soffrirà violenze e soprusi a vita; quarantatré nazioni non hanno una legislazione in tema di violenza sessuale all'interno del matrimonio; più di trenta Stati limitano il diritto delle donne di allontanarsi dal tetto coniugale; i bambini con disabilità hanno quasi tre volte più probabilità di essere sottoposti ad abusi sessuali e le bambine sono più a rischio.

La relazione esamina anche come le iniziative volte a fronteggiare gli abusi possano portare ad ulteriori violazioni corporali. Un esempio per tutti, nei procedimenti per stupro, in molti casi è richiesto il cosiddetto test di verginità; è aberrante che nel 2021 esista ancora una pratica così invasiva.

Secondo lo studio, le vere soluzioni dovrebbero riguardare le esigenze e le esperienze delle persone colpite. Ad esempio, in Mongolia, le persone con disabilità si sono organizzate per riferire direttamente al governo sulle loro esigenze di salute sessuale e riproduttiva.

Per concludere, la negazione dell'autonomia corporea è una violazione dei diritti umani fondamentali, nonché dell'anima e rafforza le discriminazioni di genere; d'altro canto una donna padrona del suo corpo ha maggiori possibilità di trionfare in altre aree della vita.

Fonte:

https://news.un.org/es/story/2021/04/1490812

Per altri approfondimenti:

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/SoWP2021_Report_-_EN_web.3.21_0.pdf   

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