#Cile: ha eletto una Costituente per redigere una nuova Magna Carta
Dopo 50 anni dal colpo di Stato di Pinochet, il Cile, è tornato alle urne, per eleggere i 155 rappresentanti che dovranno riscrivere la nuova Magna Carta entro un anno.
Contrariamente alle aspettative, la destra non è riuscita ad avvicinarsi ai 52 seggi (o un terzo dell'assemblea) necessari per influenzare il contenuto della nuova Carta fondamentale e degli articoli di veto; invece hanno vinto a sorpresa: gli indipendenti, le due sinistre (moderata e radicale), il movimento femminista e quello LGBTQIA e i popoli indigeni (per la prima volta in Parlamento), ma nessuno è riuscito ad ottenere i due terzi dell'assemblea sufficienti per non dover creare alleanze. Gli elettori hanno punito i partiti tradizionali.
L'ONU dichiara la conclusione del processo elettorale "di importanza storica" per eleggere i rappresentanti per la Convenzione costituzionale, i sindaci e, per la prima volta, i governi regionali.
"Lo spirito civico mostrato da coloro che hanno partecipato al voto ribadisce l'impegno del Cile per una democrazia solida e inclusiva", così si legge in un comunicato stampa delle Nazioni Unite che sottolinea anche che per la prima volta nella storia in un processo costituente ci sarà la parità di genere.
Inoltre, l'ONU applaude ai 17 seggi che sono stati assegnati ai membri delle dieci popolazioni indigene ed alla quota conquistata per le persone con disabilità; però devono essere un punto di partenza, non di arrivo.
L'ONU ritiene che il processo costituzionale inauguri una "nuova tappa" che è una "opportunità" per riaffermare gli impegni dello Stato in materia di diritti umani.