Banca d’Italia Trieste: storia, funzioni e visita FAI 2025

Storia di un palazzo simbolo e funzioni di un'istituzione che tutela stabilità, trasparenza e fiducia
Il 18 ottobre 2025 ho partecipato alle Giornate FAI d'Autunno a Trieste, un appuntamento ormai tradizionale per chi ama scoprire luoghi normalmente chiusi al pubblico e conoscere da vicino la storia delle istituzioni. Quest'anno, tra le aperture straordinarie, spiccava la Filiale della Banca d'Italia di Trieste, in Corso Cavour 13. Entrarvi ha significato non solo ammirare un edificio di grande valore artistico e architettonico, ma anche comprendere da vicino il funzionamento di un organo centrale per la vita economica del Paese.
La sede triestina della Banca d'Italia affonda le sue radici nel periodo austro-ungarico. L'edificio, infatti, nacque nel 1902 come sede della Banca Austro-Ungarica, su progetto dell'ingegnere Eugenio Geiringer con la collaborazione dell'architetto Müller. Dopo l'armistizio del 1918 e il passaggio di Trieste al Regno d'Italia, la Banca d'Italia subentrò ufficialmente, assumendo la proprietà e la gestione della filiale. Negli anni Venti l'edificio fu ampliato e rinnovato, sotto la direzione dell'ingegnere Biagio Accolti-Gil e dell'architetto Arduino Berlam, che tra il 1922 e il 1928 progettarono l'attuale configurazione.
L'impianto architettonico è neo-rinascimentale, con facciate in bugnato rustico e un imponente portale su Corso Cavour che esprime, ancora oggi, la solidità e la dignità istituzionale dell'edificio. Le strutture poggiano su terreni di riporto, un tempo occupati da saline, e sono sostenute da palificate di legno d'abete immerse in acqua, una tecnica d'avanguardia per l'epoca. All'interno spiccano i marmi locali, tra cui quelli di Gabria, Ermada, Monrupino e Aurisina, scelti per valorizzare le risorse del territorio. Gli ambienti più suggestivi sono lo scalone monumentale, la Sala del Consiglio in stile Liberty, e il salone del pubblico con un velario in vetro piombato decorato dalla ditta Corvaya e Bazzi, che diffonde una luce morbida e regolare.
La visita, curata dal Fondo Ambiente Italiano, è stata particolarmente preziosa perché non si è limitata all'aspetto storico-artistico. Il personale della Banca d'Italia ha illustrato con chiarezza e rigore le funzioni dell'Istituto, spiegando come l'attività quotidiana dell'Ente incida sulla vita economica e finanziaria dei cittadini. È stato un raro momento di educazione civica e finanziaria, in cui la dimensione storica e quella giuridica si sono incontrate.
La Banca d'Italia è oggi una banca centrale nazionale e, insieme alla Banca Centrale Europea e alle altre banche centrali dell'Eurozona, fa parte dell'Eurosistema. Ai sensi dell'articolo 127 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), l'obiettivo principale dell'Eurosistema è mantenere la stabilità dei prezzi, condizione essenziale per la crescita economica equilibrata e la tutela del potere d'acquisto dei cittadini. La Banca d'Italia partecipa all'attuazione della politica monetaria europea, gestisce una parte delle riserve valutarie, vigila sul sistema dei pagamenti e assicura la circolazione dell'euro in Italia.
Oltre alla politica monetaria, una funzione fondamentale della Banca d'Italia è la vigilanza sul sistema bancario e finanziario. Ai sensi del Testo Unico Bancario (d.lgs. 385/1993) e del Testo Unico della Finanza (d.lgs. 58/1998), essa esercita controlli sugli intermediari per garantire la loro sana e prudente gestione, prevenire crisi sistemiche e tutelare i risparmiatori. Nell'ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico (Single Supervisory Mechanism, SSM), collabora strettamente con la BCE per assicurare uniformità di regole e di standard in tutta l'Unione Bancaria europea.
Un'altra area strategica è la prevenzione del riciclaggio di denaro. Presso la Banca d'Italia opera infatti la UIF – Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia, istituita dal d.lgs. 231/2007, che riceve e analizza le segnalazioni di operazioni sospette provenienti da banche, notai e altri soggetti obbligati. La UIF elabora analisi finanziarie e le trasmette alle autorità giudiziarie e investigative, contribuendo alla lotta contro la criminalità economica e al rispetto delle normative internazionali antiriciclaggio. È un'attività invisibile al grande pubblico, ma essenziale per proteggere l'integrità del sistema finanziario e garantire la fiducia dei cittadini.
La Banca d'Italia gestisce anche le infrastrutture dei pagamenti, assicurando che bonifici, addebiti diretti e transazioni interbancarie avvengano in modo efficiente e sicuro. Sistemi come BI-Comp e il Centro Applicativo della Banca d'Italia (CABI) permettono ogni giorno il corretto funzionamento dei flussi di pagamento nazionali, garantendo continuità e stabilità ai circuiti finanziari.
Accanto a queste attività, la Banca d'Italia svolge anche il ruolo di Tesoriere dello Stato. Collabora con il Ministero dell'Economia e delle Finanze per la gestione della Tesoreria unica, per l'emissione dei titoli di Stato e per altre operazioni legate al debito pubblico. Si tratta di funzioni tecniche ma cruciali, che permettono il regolare funzionamento della macchina statale e il finanziamento dei servizi pubblici.
Sul fronte della tutela del cittadino, la Banca d'Italia promuove strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie, come l'Arbitro Bancario Finanziario (ABF), e riceve esposti da parte dei clienti degli istituti di credito. Questi strumenti rappresentano un presidio di giustizia accessibile e rapida, complementare ai rimedi giudiziari ordinari, e contribuiscono a diffondere una cultura della legalità finanziaria. Allo stesso modo, l'Istituto è impegnato in iniziative di educazione finanziaria rivolte a scuole, famiglie e adulti, per accrescere la consapevolezza dei cittadini nelle scelte economiche.
La visita FAI alla sede triestina ha mostrato come la dimensione architettonica e quella istituzionale siano strettamente intrecciate. Ogni sala, ogni sportello, ogni dettaglio decorativo raccontano la funzione pubblica dell'edificio: la trasparenza, la fiducia e la solidità sono tradotte in forme architettoniche, in marmi locali, in luce filtrata dalle vetrate, quasi a voler rendere tangibili i valori di equilibrio e rigore che l'istituzione rappresenta.
È significativo che proprio Trieste, città di porto, commerci e scambi internazionali, ospiti una sede tanto simbolica. In questa città, crocevia di culture e economie, la Banca d'Italia incarna l'idea di una sovranità economica moderna, fatta di conoscenza, controllo e responsabilità collettiva.
Dal punto di vista giuridico, la visita permette di rileggere alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana. L'articolo 47 tutela il risparmio in tutte le sue forme e promuove l'accesso del capitale popolare all'investimento produttivo; l'articolo 41 riconosce la libertà d'iniziativa economica, ma la subordina all'utilità sociale e alla dignità umana. Sono norme che trovano una concreta applicazione proprio nel ruolo della Banca d'Italia, garante dell'equilibrio tra libertà economica e tutela collettiva.
Uscendo dal palazzo, si comprende come l'apertura al pubblico della Banca d'Italia non sia soltanto un gesto culturale, ma un atto di trasparenza democratica. Conoscere le istituzioni significa ridurre la distanza tra cittadino e potere, restituire fiducia alle regole, riconoscere il valore delle competenze. La cultura economico-giuridica non è un sapere per pochi, ma uno strumento di cittadinanza attiva e di inclusione.
Le Giornate FAI d'Autunno a Trieste ci hanno ricordato che la conoscenza è la prima forma di partecipazione. Aprire le porte della Banca d'Italia ha significato aprire una finestra sulla complessità di un sistema che, silenziosamente, tutela la stabilità del Paese. E uscire da quelle sale, illuminate dal riverbero dei marmi e dal suono ovattato della città, ha lasciato la sensazione che dietro ogni moneta, ogni firma, ogni decisione economica, ci sia un intreccio di storia, diritto e responsabilità pubblica che merita di essere conosciuto.