#AntifascistischerSchutzwall: un trentennio di sofferenze per una città ed un intero popolo

13.08.2021

   La lunga e triste storia del "Antifascistischer Schutzwall" che significa baluardo antifascista, iniziò il 13 agosto 1961 quando la Deutsche Demokratische Republik (DDR) iniziò a costruire un muro di filo spinato e cemento armato tra Berlino Est e Ovest.

   Dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale nel 1945, le conferenze di Yalta e Potsdam spartirono la Germania in quattro "zone di occupazione alleate": la parte orientale del paese andò all'Unione Sovietica, mentre la parte occidentale andò agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e (alla fine) alla Francia.

  Berlino si trovava interamente all'interno della zona sovietica; però gli accordi di Yalta e Potsdam divisero la città in settori simili. I sovietici presero la metà orientale, mentre gli altri alleati occuparono quella occidentale; quest'occupazione iniziò nel giugno 1945.

   Però i russi volevano tutta la Capitale per loro; infatti nel 1948, un blocco sovietico di Berlino Ovest mirava a affamare gli alleati occidentali fuori dalla città; ma non si sono ritirati, viceversa hanno organizzato un ponte aereo (durato più un anno fino a quando la controparte annullò il blocco) consegnando più di 2,3 milioni di tonnellate di cibo, carburante e altri beni a Berlino Ovest.

   Dopo un decennio di relativa calma; con la "corsa allo spazio" e il flusso di profughi, molti dei quali altamente qualificati provenienti da est (quasi 3 milioni dalla fine del blocco), nel 1958 le tensioni si riaccesero. Nel giugno 1961 circa 19.000 persone lasciarono la DDR; Il mese successivo furono 30.000; nei primi 11 giorni di agosto, 16.000 attraversarono il confine con Berlino Ovest, e il 12 agosto circa 2.400: il maggior numero mai uscito dalla Germania dell'Est in un solo giorno. Proprio la notte tra il 12 e il 13 di agosto, il Premier Krusciov chiede chiudere totalmente il confine.

  Il muro di Berlino sostanzialmente serviva per arginare le defezioni di massa da est a ovest dove si stava economicamente e democraticamente meglio. Ad oggi, il muro di Berlino rimane uno dei simboli più potenti e duraturi della Guerra Fredda.

    Prima che il muro fosse costruito, i berlinesi su entrambi i lati della città potevano muoversi per lavorare, fare acquisti, andare a teatro e al cinema. I treni e le linee della metropolitana trasportavano i passeggeri avanti e indietro. Dopo la costruzione del muro si poteva attraversare il confine attraverso i tre checkpoint: Helmstedt (Checkpoint Alpha), Dreilinden (Checkpoint Bravo) e Friedrichstrasse (Checkpoint Charlie). Alla fine, la DDR ha costruito 12 posti di blocco; i soldati dell'Est controllavano i diplomatici e altri funzionari in entrata ed in uscita. Tranne in circostanze speciali, i viaggiatori provenienti da Berlino Est e Ovest raramente potevano attraversare il confine; dividendo intere famiglie e spezzando amicizie.

    In tutto, almeno 171 persone sono state uccise nel tentativo di superare in ogni modo il muro. Tuttavia, la fuga dalla Germania dell'Est non fu impossibile: dal 1961 fino alla caduta del muro nel 1989, più di 5.000 tedeschi dell'Est (tra cui circa 600 guardie di frontiera) riuscirono ad attraversare il muro.

  Il 9 novembre 1989 il portavoce del Partito Comunista di Berlino Est, forse per errore, dichiarò che a partire dalla mezzanotte di quel giorno i cittadini della DDR erano liberi di attraversare i confini del paese. A mezzanotte fu il delirio, i berlinesi hanno "sfondato" i checkpoint e nelle settimane seguenti, con martelli pneumatici e picconi, buttarono giù il muro. Oggi, alcuni pezzi di muro sono rimasti in piedi come memoriale artistico.

    La riunificazione della Germania fu ufficializzata il 3 ottobre 1990, quasi un anno dopo la caduta del muro.

Fonte:

https://www.history.com/topics/cold-war/berlin-wall